Piccole aziende crescono online

Svolta e-commerce in vista per le Pmi italiane, complice la crisi economica e la maggiore offerta di piattaforme. Per il 2011 si stimano vendite via Web per un valore di 1,5 miliardi

Pubblicato il 14 Nov 2011

Le Pmi italiane finalmente cominciano a prendere dimestichezza, sul
serio, con Internet. Ma come, non l’avevano già fatto, con i
propri siti web? Solo in apparenza, in realtà. La maggior parte
dei siti sono vetrine, infatti, come riportano le analisi del
Politecnico di Milano. La svolta quindi è che un crescente numero
di Pmi sta utilizzando Internet in modo più proficuo e
sofisticato, per vendere prodotti in nuovi mercati.

È un fenomeno recente. “La situazione dell’e-commerce italiano
è molto cambiata negli ultimi anni. In meglio”, dice Roberto
Liscia, presidente di Netcomm, il consorzio del commercio
elettronico. Secondo una sua stima, le Pmi italiane entro il 2011
venderanno online per 1,5 miliardi di euro, contro i 900 milioni di
tre anni fa.

“La crisi sta obbligando le Pmi a esplorare i mercati
internazionali, tramite l’e-commerce, visto che sarebbe troppo
costoso farlo con gli strumenti di vendita tradizionali”,
aggiunge. Risultato, spiccano soprattutto le aziende artigiane del
made in Italy in questo nuovo amore per l’online: hanno
l’occasione per esportare all’estero prodotti apprezzati dal
pubblico, soprattutto anglosassone e cinese. La crisi però è solo
uno dei fattori in gioco, a sostenere il fenomeno. Senza poter
contare sugli strumenti giusti, le Pmi italiane sarebbero rimaste
solo con la voglia di combattere la crisi grazie all’e-commerce.
Per fortuna, nel contempo si sono affinati gli strumenti che le
stanno accompagnando online. Hanno il sapore della piattaforma,
declinata in molti modi. “Le piattaforme possono dare alla Pmi i
modi e la forza che da sole non avrebbero, per sbarcare
fattivamente su Internet”, dice Liscia.

Un esempio di piattaforma, da quest’anno, è la Mia Impresa
Online (di Google, Poste Italiane, Register, Seat). Già 20mila
aziende l’hanno adottata in meno di sei mesi dal lancio; un
successo tale che già si è attirata le critiche dei concorrenti:
Assoprovider l’ha denunciata all’Antitrust accusandola di
squilibrare il mercato. È un set di strumenti che consentono alla
piccola-media azienda di andare, vendere e promuoversi online, in
modo facile ed economico. L’arrivo della Mia Impresa Online è
sintomatico. Dimostra che, secondo quei big del settore, i tempi
sono ormai maturi per traghettare le Pmi italiane sul web.

Ma c’è spazio per tutte le piattaforme, in questo momento: sta
crescendo l’adozione anche della piattaforma web più comune per
vendere online: eBay. Sono circa 40mila i venditori professionisti
italiani su eBay (tipicamente, piccolissime aziende), contro i
12mila di tre anni fa. Del fenomeno si è accorta anche Amazon, che
ha portato quest’anno anche in Italia la propria piattaforma (un
marketplace, per la precisione). “È una possibilità da non
sottovalutare: le aziende possono ora vendere in quattro Paesi,
tramite il canale Amazon, senza doversi preoccupare di mettere su
un sito”, dice Liscia. Ci sono poi declinazioni più particolari,
ad hoc, dell’idea di piattaforma. Sempre sotto il concetto di
“l’unione fa la forza”. Da settembre Anci, Associazione
Nazionale Calzaturifici Italiani, ha aperto il sito
www.iloveitalianshoes.eu, da cui acquistare le calzature
made-in-Italy.

Qui si concentrano gli strumenti e la logistica con cui i vari
marchi associati all’Anci possono vendere i propri prodotti. Il
Consorzio alimentare per la Valtellina ha aderito di recente alla
piattaforma Btx, per vendere all’estero. Profumeria.it è una
nuova piattaforma invece per i venditori di profumi. Da ottobre, un
accordo tra Netcomm e Chinowa (l’analogo cinese di Cartasì)
semplificherà la vita alle aziende italiane che vogliono vendere
in Cina. Vantaggi: il marchio Chinowa è una garanzia per i clienti
locali e permette ai prodotti di ottenere un bollino di compliance,
necessario per vendere in quel mercato (senza, la merce viene
bloccata alla dogana). Gestisce inoltre la logistica a partire dal
magazzino cinese. Precursore del fenomeno è invece Yoox,
piattaforma ormai celebre del made in Italy.
Completano il quadro degli strumenti i nuovi “software as a
service” come freshcreator e Blomming, di due omonime start up
italiane. Consentono di creare in modo semplificato ed economico
(anche gratis) un sito e-commerce. L’utente può farlo in piena
autonomia e passo-passo. Come nella Mia Impresa Online, c’è
l’idea che le aziende debbano essere guidate e al tempo stesso
educate al mercato online, affinché pian piano diventino
autonome.

Ultimo fattore, cominciano a circolare esempi che confermano
l’utilità dell’e-commerce. Secondo Eurisko, le aziende attive
online hanno aumentato i ricavi dell’1,2%, nel 2010, contro il
-4,5% registrato da quelle non in rete. Gli esempi più eclatanti
li danno al momento le aziende medio-grandi, che mostrano quindi la
strada alle piccole. Olio Carli ricava online il 12% del fatturato
(100 milioni di euro nel 2010). L’estero è responsabile del 10%
del venduto. Il web serve anche a creare nuovi prodotti da vendere:
i cosmetici, ai clienti che avevano già apprezzato il prodotto
tradizionale. Terranova (gruppo Teddy, 565 dipendenti, 341 milioni
di euro) vende online in Italia, Germania, Regno Unito, Repubblica
Ceca, Francia e Spagna (presto in altri 20), con campagne di
marketing specifiche per ogni Paese.

L’azienda prevede che nel 2011 il 2-3% del fatturato annuale
proverrà dall’online, nei mercati in cui non sono presenti punti
vendita fisici. In quelli in cui ci sono, il sito ha contribuito ad
aumentarne l’affluenza. Già: l’e-commerce serve ad alcune
aziende non solo a espandere i canali di vendita ma anche a
sostenere il business tradizionale e migliorare il rapporto con i
clienti. Vantaggi addizionali che probabilmente si affermeranno
solo nel tempo: il grosso delle aziende ha appena cominciato ad
annusare l’e-commerce, quindi è già un passo avanti che si
moltiplichino semplici siti e-commerce. Ma ormai ci hanno preso
gusto e non si fermeranno più su questa strada.

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