L'AUDIZIONE

Pitruzzella: “Rai importante driver per diffusione cultura digitale”

Lo ha detto il presidente dell’Antitrust in audizione alla commissione di Vigilanza: “Si auspica che la convenzione riconosca come obiettivo la massima diffusione dei contenuti in Rete. Anche on demand e attraverso catch-up Tv e utilizzo di portali e app per dispositivi di nuova generazione”

Pubblicato il 28 Mar 2017

Andrea Frollà

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“L’offerta della Rai su Internet non costituisce solo un aspetto del servizio pubblico radiotelevisivo ‘imposto’ dal nuovo contesto tecnologico, ma deve essere considerato e valorizzato anche come un importante driver per lo sviluppo sempre più diffuso di una cultura digitale nel nostro Paese”. Ne è convinto Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che è intervenuto oggi in audizione presso la commissione di Vigilanza Rai, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto scritto da Palazzo Chigi in materia di affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.

Il presidente dell’Antitrust italiana ha toccato numerosi punti che riguardano la concessione Rai. Tra le necessità avanzate da Pitruzzella rientra una spinta sull’online, tanto che la richiesta dell’Antitrust è che “la convenzione riconosca esplicitamente come obiettivo la massima diffusione dei contenuti della concessionario del servizio pubblico su tale piattaforma, anche mediante l’offerta di servizi di media audiovisivi non lineari (on-demand, catch-up tv) e l’utilizzo di portali e applicazioni per i dispositivi di nuova generazione (Tv connesse, set-top boxes, tablet, smartphone)”.

Questo sviluppo, aggiunge Pitruzzella, “non costituirebbe solo una forma di declinazione piena del principio di universalità, ma anche un elemento che può contribuire a rafforzare la domanda di servizi audiovisivi online e, dunque, lo sviluppo di un canale distributivo che ha un impatto indubbiamente pro-competitivo nel settore televisivo e radiofonico”. Non è un caso, ricorda Pitruzzella, che nel corso della consultazione pubblica l’89% degli intervistati abbia rilevato che la Rai dovrebbe avere un ruolo importante nel ridurre il digital divide e l’84,5% ritenga che dovrebbe produrre programmi fruibili su tutte le piattaforme e da tutti i dispositivi.

Per questo motivo l’Autorità “accoglie con favore” la previsione all’articolo 3, secondo cui la società concessionaria deve garantire la programmazione in live streaming fruibile sulla piattaforma IP. “È auspicabile, comunque, che tale offerta su Internet costituisca solo una parte di un più ricco insieme di servizi online offerto dalla Rai – aggiunge il presidente – Internet, infatti, rappresenta una grande opportunità per il servizio pubblico radiotelevisivo non solo in quanto consente di ampliare la distribuzione del proprio prodotto ‘lineare’, ma anche perché permette forme evolutive di fruizione dei contenuti”.

Un aspetto delicato della bozza di decreto allo studio è la previsione che per gli sviluppi a lungo termine possano essere realizzati impianti comuni con gli altri operatori televisivi e di telecomunicazione. “Ciò introduce un cambiamento dell’assetto del mercato”, avverte Pitruzzella sottolineando che oggi “abbiamo una distinzione fra operatori di rete e tower companies, come RaiWay e EI Towers di Mediaset, che operano nel mercato dell’ospitalità d impianti televisivi offrendo spazi fisici nelle proprie strutture agli operatori di rete”. La prospettiva degli impianti comuni apre, secondo il presidente dell’Antitrust, “scenari che devono essere tenuti sotto controllo: l’eventuale integrazione verticale ed eliminazione della concorrenza tra le tower company potrebbe portare i proprietari a sfruttare le torri per creare distorsioni competitive, avvantaggiando alcuni segnali a sfavore di altri”.

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