IL MONITORAGGIO

Pnrr e digitale, ecco i decreti attuativi che mancano all’appello

Open Polis ha censito i provvedimenti che il governo non ha varato per rendere esecutivi i progetti finanziati dal Piano nazionale. Al palo, tra le altre, le regole sulla stipula di contratti di appalto dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza e per il finanziamento della newco per l’innovazione pubblica

Pubblicato il 05 Set 2022

PNRR

A rischio l’execution del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La caduta del governo Draghi, ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti, e la pausa estiva hanno rallentato i lavori, andando ad impattare fortemente sul varo dei decreti attuativi dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Secondo Open Polis, alla data del 26 agosto, erano 54 i decreti attuativi legati alle misure legislative del Pnrr ancora non pubblicati.

“Il Pnrr però prevede delle scadenze molto stringenti che non possono essere mancate se non si vuole rischiare di perdere le risorse assegnate al nostro paese”, si spiega nel report.

Decreti attuativi, a che punto siamo

Incrociando le informazioni messe a disposizione dal centro servizi della camera con quelle dell’ufficio per il programma di governo Open Polis ha valutato quanti sono i decreti attuativi richiesti per implementare il Pnrr e le riforme in esso contenute. Al 26 agosto, le attuazioni richieste erano 153 di cui 54 ancora da emanare.

Il Pnrr Bis è il provvedimento più in ritardo con 28 decreti attuativi mancanti e solo 10 varati mentre al Dl semplificazioni ne mancano 9 a fronte di 18 pubblicati.

Il Dl cybersecurity aspetta ancora 2 provvedimenti attuativi e ne ha incassati 7 su 9 totali. Il decreto delinea le competenze dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Il provvedimento definisce, in particolare, il sistema nazionale di sicurezza cibernetica cha ha al suo vertice il presidente del Consiglio dei ministri cui è attribuita “l’alta direzione e la responsabilità generale delle politiche di cybersicurezza. Sarà pertanto il presidente del Consiglio a nominare e revocare il direttore generale e il vice direttore generale della nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Nomine delle quali dovranno essere preventivamente informati il Copasir e le competenti Commissioni parlamentari.

Il Dl istituisce anche il Comitato interministeriale per la cybersicurezza, con funzioni di consulenza, proposta e vigilanza sulle politiche del settore. L’Agenzia per la cybersicurezza predispone la strategia nazionale di cibersicurezza assumendo compiti, si legge nel dossier messo a punto dai tecnici di Camera e Senato, finora attribuiti a diversi soggetti, quali il ministero dello Sviluppo economico, la presidenza del Consiglio, il dipartimento delle informazioni e della sicurezza, l’Agenzia per l’Italia digitale. Il nuovo organismo viene chiamato a promuovere iniziative per lo sviluppo di competenze e capacità. Presso l’Agenzia sono inoltre trasferiti il Csirt italiano (il Computer security incident response team) e il Centro di valutazione e certificazione nazionale (Cvcn).

I ministeri coinvolti

Da questo punto di vista il soggetto maggiormente coinvolto finora – si legge nel report di Open Polis – è il ministero dell’istruzione a cui sono richiesti in totale 23 decreti attuativi. Seguono la presidenza del consiglio dei ministri (Pdc) con 21 e i ministeri delle infrastrutture (Mims), della transizione ecologica (Mite) e della pubblica amministrazione con 16 ciascuno. Considerando le attuazioni che ancora mancano all’appello, vediamo che è proprio il dicastero guidato da Patrizio Bianchi a essere più indietro con 10 atti ancora da emanare. Pdc e Mite seguono con 7 attuazioni mancanti mentre al Mims ne mancano 6. Il ministero della Transizione digitale si trova all’ottavo posto – su 20 – della classifica stilata da Open Polis.

I decreti “digitali”, quali mancano all’appello

  • Presidenza del Consiglio dei Ministri. In attuazione del Dl Cybersecurity mancano le regole sulle procedure per la stipula di contratti di appalti di lavori e forniture di beni e servizi per le attività dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, finalizzate alla tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico e per quelle svolte in raccordo con il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica nonché quelle per l’organizzazione del comitato tecnico di raccordo, istituito nell’ambito di Acn. Per il decreto Pnrr bis manca all’appello il decreto che individua le risorse finanziarie per il conferimento delle quote del capitale sociale della Società 3-I S.p.A. Nel Dl Semplificazioni e governance Pnrr, Palazzo Chigi non ha definito le caratteristiche tecniche, dell’architettura generale, dei requisiti di sicurezza e delle modalità di funzionamento della piattaforma di raccolta delle firme digitali da utilizzare per la richiesta di referendum.
  • Ministero della Transizione digitale. All’appello mancano due provvedimenti  del Dl attuazione Pnrr. Si tratta di quello relativo alla definizione degli oneri a carico delle imprese che usufruiscono del servizio dedicato di collegamento telematico con la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (Pdnd) e quello che definisce  il cronoprogramma procedurale per la progettazione e la realizzazione della piattaforma digitale per l’erogazione di benefici economici concessi dalle amministrazioni pubbliche.
  • Ministero dell’Interno. Del Dl Semplificazioni e governance Pnrr (Cloud first e interoperabilità) non è stato varato il provvedimento che regola che le modalità di integrazione nell’Anagrafe nazionale della Popolazione Residente delle liste elettorali e dei dati relativi all’iscrizione nelle liste di sezione. E ancora il testo di legge che indica i dati che devono essere contenuti nell’ Anagrafe nazionale dell’istruzione (Anist), nonché le garanzie e le misure di sicurezza da adottare, le modalità di cooperazione dell’Anist con banche di dati istituite a livello regionale, provinciale e locale per le medesime finalità, nonché le modalità di alimentazione da parte dei registri scolastici
  • Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili. Anche in questo caso a fare la parte del leone, se così si può dire, il Dl semplificazioni e governance Pnrr, Il ministero guidato da Enrico Giovannini ancora non ha pubblicato l’aggiornamento delle modalità attuative e degli strumenti operativi per la trasformazione digitale della rete stradale nazionale (Smart Road). Nonché adeguamento della disciplina delle sperimentazioni su strada pubblica di sistemi di guida automatica e connessa e della disciplina delle sperimentazioni di mezzi innovativi di trasporto su strada pubblica a guida autonoma e connessa, non omologati o non omologabili secondo l’attuale normativa di settore. Niente da fare nemmeno per la definizione della composizione e della disciplina di funzionamento dell’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road.
  • Ministero della PA. Al Decreto Pnrr bis non sono state definite le modalità di utilizzo, da parte delle Regioni e degli Enti Locali, del Portale unico del reclutamento istituito per le assunzioni nella pubblica amministrazione.

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