STARTUP

Cdp Venture Capital ancora senza cda, InnovUp: “A rischio 550 milioni del Pnrr”

La presidente dell’associazione Cristina Angelillo: “Auspichiamo che il Governo prenda celermente in mano il dossier, rinnovando l’attuale amministratore delegato oppure individuando subito una figura alternativa che possa garantire continuità d’azione con quanto fatto finora”

Pubblicato il 19 Giu 2023

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I ritardi nel rinnovo del cda di Cdp Venture Capital preoccupano InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem, l’associazione che riunisce e rappresenta l’ecosistema italiano dell’imprenditorialità innovativa. In una nota InnovUp esprime infatti “forte preoccupazione per i ritardi del Governo nella nomina del nuovo Cconsiglio di amministrazione  e dell’amministratore delegato: una figura chiave in grado di accelerare gli investimenti, in particolar modo i 550 milioni di euro stanziati dal Pnrr che hanno delle tempistiche di utilizzo ben chiare e stringenti, e attuare piani strategici essenziali allo sviluppo di un comparto in cui la velocità di esecuzione è fondamentale”.

InnovUp leva dunque un appello al Governo affinché “prenda celermente in mano il dossier, rinnovando l’attuale ad  oppure individuando subito una figura alternativa che unisca le necessarie e specifiche competenze tecniche nel venture capital con quelle nella complessa gestione operativa di un team di oltre cento persone distribuite in numerosi fondi vigilati, che possa cioè garantire continuità d’azione con quanto fatto finora e che abbia a cuore e comprenda a fondo le dinamiche di sviluppo e consolidamento dell’ecosistema delle imprese innovative italiane tanto quanto le dinamiche competitive internazionali nel confronto con Paesi che, nell’ultimo triennio, grazie a Cdp Venture Capital hanno iniziato a guardare con attenzione a quanto avveniva in Italia”.

Un settore da 9,5 miliardi di euro

“Per un settore che conta ormai 17mila tra startup e pmi innovative, con un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro solo nel 2022, e in grado di movimentare oltre 2 miliardi di investimenti di capitale di rischio, gli strumenti messi a disposizione da Cdp Venture Capital sono fondamentali per veicolare le risorse necessarie alla crescita di tutta la filiera dell’innovazione nazionale e continuare la rincorsa nella competitività tecnologica avviata con la costituzione di questa organizzazione strategica” puntualizza Cristina Angelillo, presidente di InnovUp. 

Necessario attrarre nuovi capitali

“Come già ribadito ormai oltre un mese fa, in occasione delle prime proposte di nomina per il vertice di Cdp Venture Capital, all’Italia servono politiche che stimolino i finanziamenti in capitali di rischio, con investimenti su ricerca e sviluppo, brevetti e startup innovative, mentre gli investitori necessitano di politiche che favoriscano l’attrattività di nuovi capitali, come incentivi fiscali mirati agli investimenti, che possano sostenere la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative – aggiunge la presidente -. Questo settore non è mera finanza, non è erogazione di contributi pubblici, non è guidare una grande impresa con competenze manageriali generiche, ed è tanto dannoso inserirvi una guida sbagliata quanto lo è temporeggiare e lasciare una filiera in attesa”.

Economia dell’innovazione: settore strategico

E conclude: “Comprendiamo quanto il Governo sia stato preso da numerose attività urgenti, ma appare dunque chiara e non più rinviabile la necessità della nomina, senza la quale l’operatività dei fondi controllati dalla Sgr non può che rallentare, che possa accompagnare il Paese verso l’obiettivo comune di sviluppo del comparto innovativo nel mercato dei capitali, al fine di poter fornire alle imprese, nascenti o nelle prime fasi della loro vita, con modelli di business scalabili e ambizioni internazionali, strumenti finanziari adeguati alle loro esigenze di crescita. L’economia dell’innovazione è un settore fondamentale e strategico nella creazione di posti di lavoro che favoriscono il trattenimento ed il rientro dei talenti, e come tale auspichiamo che venga trattato, con l’attenzione pari a quella riservata alle altre partecipate di Stato o alle nomine delle più importanti Istituzioni pubbliche del Paese” .

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