Pokemon Go, la mania si “sgonfia”: il gioco già sul viale del tramonto?

Gli analisti certificano che gli utilizzatori giornalieri, i download e il tempo trascorso sull’applicazione stanno cominciando a scemare, dopo il picco iniziale. E Google Trend evidenzia che, sul web, l’interesse per la realtà aumentata cala progressivamente

Pubblicato il 25 Ago 2016

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Facebook, Snapchat e Tinder possono provare a tirare un sospiro di sollievo: il fenomeno Pokemon Go – che cominciava a togliere del tempo all’utilizzo di social, chat e app per incontri romantici – inizia a scemare. Dopo il boom planetario dell’ultimo mese e mezzo, il gioco che unisce realtà aumentata e geolocalizzazione per dare la caccia a mostri virtuali nei luoghi reali comincia a “sgonfiarsi”. Il trend emerge dai dati di alcune società d’analisi riportati dal sito di Bloomberg.

Sensor Tower, SurveyMonkey e Apptopia certificano che gli utilizzatori giornalieri, i download e il tempo trascorso sull’applicazione dopo il picco iniziale stanno cominciando a calare. Una tendenza, sottolineano gli analisti di Axiom Capital Management, che se continuasse potrebbe nuocere anche all’interesse più genereale nei confronti della realtà aumentata nel “mobile gaming”. I Google Trend, che evidenziano parole e argomenti più cliccati sul web, mostrano il calo delle ricerche sulla realtà aumentata.

La Pokemon mania dall’inizio di luglio ha conquistato titoli di giornali, fatwa dal mondo islamico, divieti più o meno seri, ed è stata protagonista anche di casi di cronaca, dagli incidenti alle truffe. In un mese, secondo App Annie, è stata scaricata 100 milioni di volte e nella prima settimana di lancio negli Usa ha subito surclassato Whatsapp e Snapchat per utilizzo.

E mentre il fenomeno si sgonfia, in Europa ci si muove a livello istituzionale. Secondo l’eurodeputato socialista belga, Marc Tarabella, i Pokemon Go violano la privacy. Tarabella ha depositato una richiesta alla Commissione europea chiedendo di avviare, entro la fine di questa settimana, un’indagine sulle pratiche di rispetto della privacy del gioco con l’obiettivo di avvisare i cittadini su eventuali pericoli legati all’uso della app.
“Agli occhi di chi ha sviluppato la app – mette in guarda Tarabella – il monitoraggio dei dati personali è chiaramente considerato un gioco e una fonte di entrate. Ma in Europa la tutela della privacy rimane un diritto fondamentale. Dobbiamo reagire e condannare fermamente questi enormi truffe “.

Per Tarabella l’applicazione Pokémon Go viola il diritto comunitario: sia il regolamento generale sulla protezione dei dati, che entrerà in vigore dal maggio 2018, sia il suo “predecessore” ovvero la direttiva sulla protezione dei dati personali.

Un deputato può chiedere alla Commissione di indagare su tali violazioni, anche se Bruxelles non è obbligata ad agire.

“Sarebbe anormale della Commissione non reagisse”, ha detto l’eurodeputato. Tarabella chiede alla Commissione di sviluppare un meccanismo per avvisare i paesi Ue nel caso in cui un’applicazione violi la privacy delle persone. Un sistema di allarme simile già esiste per i prodotti pericolosi che entrano nel mercato unico dell’Ue.


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