Portugal Telecom, Isabel Dos Santos non si arrende: pronta una nuova offerta

La figlia del presidente angolano disposta a cambiare i termini della proposta avanzata al Grupo Oi per battere Altice. I francesi hanno messo sul piatto 7 miliardi di euro

Pubblicato il 11 Nov 2014

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Isabel dos Santos é pronta a cambiare alcune condizioni della sua offerta per Portugal Telecom (PT) per ottenere il consenso dei suoi azionisti e di Grupo Oi, società con la quale PT si fonderà a breve. Un portavoce delle figlia del presidente angolano ha spiegato che l’obiettivo di Dos Santos è quello di preservare l’unità di Portugal Telecom e che si sta valutando la rinuncia a subordinare l’offerta alla condizione che venga sospesa l’annunciata fusione tra Oi e PT.

Nei giorni scorsi Dos Santos ha annunnciato un’offerta per Portugal Telecom a 1,35 euro per azione, condizionata al raggiungimento del 50% del capitale, nel tentativo di superare quella da 7 miliardi di euro per le attività portoghesi di Oi, lanciata da Altice. Ma Oi ha considerato inappropriata e fuori tempo l’offerta per Portugal Telecom, annunciata dalla figlia del presidente angolano Dos Santos.

“Siamo molto dispiaciuti che Oi abbia assunto questa posizione, senza considerare adeguatamente la proposta e senza nemmeno valutare il parere degli altri stakeholders coinvolti – ha ribattuto il portavoce di Dos Santos – Crediamo molto in questo progetto che eviterà lo smantellamento della società portoghese e manterrà i posti di lavoro tutelando la capacità tecnologica del gruppo. Faremo di tutto per portarlo a termine ha aggiunto”.

Per gli analisti portoghesi, tuttavia, si tratterebbe più che altro di un’azione ‘di disturbo’ finalizzata a ritardare la vendita di PT, e non sarebbe estranea ai negoziati in corso con Oi per l’acquisizione degli asset angolane di PT (Unitel).

Altice ha presentato infatti un’offerta del valore di quasi 7,03 miliardi di euro per le attività portoghesi della brasiliana Oi. La controllata dal miliardario franco-israeliano Patrick Drahi, già possiede due piccoli operatori del cavo in Portogallo e comprare l’ex monopolio di Stato le darebbe d’un colpo una posizione di primo piano sul mercato telecom portoghese, mettendola in diretta competizione con Vodafone e Optimus.

Drahi aveva detto lo scorso settembre che Altice era alla ricerca di obiettivi di acquisizione in Paesi dove era già presente, come Portogallo e Belgio, mentre il nuovo Ceo ad interim di Oi Bayard Gontijo aveva fatto sapere che la sua azienda era disposta a vendere le attività portoghesi acquisite col (tormentato) takeover di Portugal Telecom per poter ripagare almeno in parte l’enorme debito (che ammonta a un totale di 18 miliardi di dollari).

Il merger di Oi con PT si è scontrato con un grave ostacolo quest’estate: la Rio Forte, una compagnia del gruppo bancario portoghese Banco Espirito Santo, non ha versato 847 milioni di euro di debito dovuti a PT – un debito di cui Oi ha detto di non essere stata informata prima dell’accordo per la fusione. Di conseguenza, la partecipazione di PT in Oi è stata nettamente ridotta con una revisione dei termini dell’accordo, lasciando PT con solo il 25,6% di Oi invece del 38% concordato in precedenza. La vicenda ha portato lo scorso mese alle dimissioni di Zeinal Bava, chief executive della nuova società ed ex chief executive di PT.

Altice ha spiegato che l’offerta per gli asset di PT riguarda “le esistenti attività di Portugal Telecom fuori dall’Africa ed esclude il debito di Rio Forte, i buoni del tesoro di Oi e i veicoli finanziari di Portugal Telecom“. L’offerta, continua Altice, valuta queste attività 7,025 miliardi di euro e include una clausola di earn-out di 400 milioni di euro sulla futura generazione di revenue di Portugal Telecom e un’altra clausola di earn-out da 400 milioni di euro per il futuro flusso di cassa operativo.

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