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Prezzi Ull “liberi” da Europa: ecco la lettera di Agcom

Nel 2009 l’allora segretario generale Roberto Viola scriveva alla Commissione Ue che la variazione dei prezzi di unbundling (+11%) era esente da autorizzazione da parte dell’Europa stessa. Un precedente che fa scuola nel dibattito scatenatosi in questi giorni

Pubblicato il 25 Lug 2013

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“Non appaiono, ad avviso, dell’Autorità, sussistere le ragioni per cui lo schema di provvedimento in parola debba essere notificato”. “E pur ritenendo che non ricorrano i presupposti per una notifica (…) l’Autorità sottopone lo schema di provvedimento alla notifica con procedura standard”: questi i passaggi cruciali di una lettera inviata nel 2009 alla Commissione europea dall’allora segretario generale dell’Agcom Roberto Viola, per notificare a Bruxelles lo schema di provvedimento sulla variazione dei prezzi di servizi di accesso di Telecom Italia a partire dal 1° febbraio 2009.

La lettera, che il Corriere delle Comunicazioni è in grado di pubblicare, rappresenta un precedente non da poco nel dibattito scatenatosi in questi giorni in merito alla diminuzione del canone mensile di unbundling nei confronti di Telecom Italia relativo all’anno 2013 e in particolare agli “obblighi” di Agcom nei confronti della Ue in tal senso.

La nuova delibera unbundling è già nelle mani della Commissione europea, per la consueta notifica, ma la lettera del 2009 (anno in cui i prezzi unbundling aumentarono dell’11% senza analisi di mercato da 7,64 a 8, 49 euro al mese) – fanno notare al nostro giornale fonti vicine all’Autorità – sarebbe la “prova” che in base alla normativa vigente la variazione dei prezzi di unbundling non necessita di autorizzazione da parte della Commissione. E che per l’Agcom la notifica non sarebbe altro che un mero atto di “cortesia” nei confronti della Commissione.

La nuova Agcom ha notificato Bruxelles la recente delibera unbundling solo relativamente alle procedure di accesso agli armadi di Telecom Italia da parte dei concorrenti. Stando dunque a quanto fanno notare le fonti non dovrebbe esserci quindi bisogno di autorizzazione da parte dell’Europa per il cambio dei prezzi, analogamente a quanto avvenuto nel 2009. Il motivo è che l’autorizzazione è prevista dalla normativa – precisano le fonti – solo quando un’Autorità nazionale cambia metodo di calcolo delle tariffe o adotta nuove procedure tecniche. Ma il metodo non è cambiato per i prezzi unbundling.

LA LETTERA DEL 2009

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