LA CLASS ACTION USA

Violazione della privacy, Google patteggia nella causa da 5 miliardi di dollari

BigG accusata di tracciare segretamente l’uso di Internet da parte di milioni di utenti, anche se impostavano la funzionalità di “navigazione in incognito”, grazie all’uso di cookies e analytics. Dal 2024 via all’iniziativa “Privacy Sandbox”

Pubblicato il 29 Dic 2023

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Google ha raggiunto un accordo per chiudere una class action da almeno 5 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

Le accuse a Google

La controllata di Alphabet era accusata di aver tracciato segretamente gli utenti, anche quando pensavano di navigare sul web in privato. Depositata nel 2020 la causa riguardava il presunto tracciamento di “milioni” di utenti di Google dal 1° giugno 2016 e chiedeva almeno 5.000 dollari di danni per utente per violazione delle leggi sulle intercettazioni e sulla privacy.

Il ruolo di cookies e analytics

Nello specifico, gli analytics, i cookies e le app di Google avrebbero permesso alla società di monitorare l’attività degli utenti anche quando impostavano la modalità di navigazione privata o in incognito. Una mossa, ha dichiarato l’accusa, che ha trasformato Google in un “tesoro di informazioni incontrollabile”, permettendo all’azienda di conoscere amici, hobby, cibi preferiti, le abitudini di acquisto e persino “cose potenzialmente imbarazzanti” cercate online dagli utenti. I termini dell’accordo, che sarà presentato formalmente in tribunale entro il 24 febbraio, non sono stati resi noti.

Stop ai cookies di Chrome dal 2024

Intanto nelle scorse settimane Google ha annunciato Privacy Sandbox, l’iniziativa con cui BigG vuole minimizzare, fino a eliminarli, l’uso di cookie di terze parti nel suo programma di navigazione Chrome.

I cookie di terze parti sono i dati, privi di informazioni sensibili, che ogni utente lascia online durante l’suo del web e che permettono, ad agenzie e organizzazioni, di conoscere preferenze e abitudini delle persone, per costruire categorie di profili a cui mostrare annunci pubblicitari. Un esempio sono le ricerche effettuate sui siti di e-commerce, che possono essere ripresentate anche mentre si visitano altri portali, grazie alla condivisione dei cookie.

Google, nel primo trimestre del 2024, comincerà a ridurre la raccolta di tali elementi, così che l’1% degli utenti di Chrome lascerà meno tracce online. Già dalla fine del 2023, Big G permetterà agli sviluppatori di capire come cambierà l’uso di Chrome con tale mossa, per capire gli effetti sul traffico web a seguito della decisione. Si tratta di un lavoro che l’azienda non eseguirà in totale autonomia.

“Non vediamo l’ora di continuare a collaborare con i partecipanti di tutto il settore, mentre ci addentriamo nelle fasi finali del nostro viaggio per eliminare i cookie di terze parti in Chrome e migliorare la privacy sul web per tutti” le parole di Rowan Merewood e Alexandra White, rispettivamente ingegnere e tecnico di Chrome. A luglio di quest’anno, Google dovrebbe rilasciare la nuova versione del suo browser, un primo passo verso la novità attesa per il 2024. In questa, saranno presenti maggiori controlli riferiti a Privacy Sandbox, per personalizzare le impostazioni sulla raccolta dei dati a fini pubblicitari.

Cookies, cosa sono e come funzionano

Noti anche come cookie Internet, i cookie sono file di testo contenenti brevi dati (ad esempio un nome utente e una password) utilizzati per identificare un computer quando si connette a una rete. Cookie specifici vengono utilizzati per identificare utenti specifici e migliorarne l’esperienza di esplorazione del Web. I dati memorizzati in un cookie vengono creati dal server al momento della connessione. Questi dati sono etichettati con un ID univoco per l’utente e il suo computer. Quando il cookie viene passato dal computer al server della rete, il server legge l’ID e identifica le specifiche informazioni da presentare all’utente.

In base a leggi internazionali, come il Gdpr (General Data Protection Regulation) dell’Ue e alcune leggi statali, come il California Consumer Privacy Act (Ccpa), molti siti web devono chiedere il permesso per utilizzare determinati cookie con il browser e fornire, in caso di accettazione, informazioni su come verranno utilizzati i loro cookie.

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