CONSUMER PROTECTION

Privacy, WhatsApp si impegna a rispettare norme Ue su trasparenza servizi

Trovata la quadra: la piattaforma dovrà informare di eventuali modifiche e permettere di rifiutare gli aggiornamenti non desiderati. La Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori monitorerà attivamente l’attuazione

Pubblicato il 06 Mar 2023

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WhatsApp risponde alle richieste delle autorità europee sulla tutela dei consumatori la società della galassia Meta ha assicurato il suo impegno sulle norme Ue e a garantire una maggiore trasparenza sulle modifiche delle condizioni d’uso. WhatsApp renderà anche più facile per gli utenti rifiutare gli aggiornamenti a cui sono contrari e spiegherà chiaramente in quali casi tale rifiuto renderà impossibile continuare a utilizzare l’applicazione.

WhatsApp ha inoltre confermato che i dati personali degli utenti non sono condivisi a fini pubblicitari con terzi o altre società del gruppo Meta, tra cui Facebook. Gli impegni, fa sapere Bruxelles, sono il frutto di un dialogo con le autorità dell’Ue coordinato dall’agenzia svedese per i consumatori e dalla commissione irlandese per la concorrenza e la tutela dei consumatori e agevolato dalla Commissione europea.

Gli impegni di WhatsApp

Nel dettaglio, per tutti i futuri aggiornamenti delle politiche WhatsApp dovrà: spiegare quali modifiche intende apportare ai contratti degli utenti e in che modo tali modifiche potrebbero incidere sui loro diritti; dare alla possibilità di rifiutare gli aggiornamenti delle condizioni d’uso lo stesso rilievo riservato all’opzione per accettarli; fare in modo che le notifiche riguardanti gli aggiornamenti possano essere ignorate o che si possano rivedere gli aggiornamenti in un momento successivo, rispettando le scelte degli utenti senza inviare continue notifiche.

“Accolgo con favore l’impegno di WhatsApp a modificare le sue pratiche per conformarsi alle norme dell’Ue, a informare attivamente gli utenti di qualsiasi modifica al loro contratto e a rispettare le loro scelte. I consumatori hanno il diritto di capire cosa accettano e cosa comporta concretamente questa scelta, in modo da poter decidere se continuare a usare la piattaforma”, ha dichiarato il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders.

Il monitoraggio dell’attuazione

La Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (Cpc) monitorerà attivamente l’attuazione di questi impegni da parte di WhatsApp in occasione di eventuali futuri aggiornamenti delle sue politiche e, se necessario, imporrà il rispetto delle norme, anche attraverso la possibilità di imporre multe alla piattaforma.

La rete Cpc ha inviato per la prima volta una lettera a WhatsApp nel gennaio 2022, a seguito di un avviso da parte dell’Organizzazione europea dei consumatori (Beuc) e di otto delle sue associazioni membri su presunte pratiche sleali nel contesto degli aggiornamenti di WhatsApp ai loro termini di servizio e alla politica sulla privacy. Nel giugno 2022 la rete Cpc ha inviato una seconda lettera a WhatsApp ribadendo la loro richiesta che i consumatori debbano essere chiaramente informati sul modello di business di WhatsApp e, in particolare, se WhatsApp ricavi dalle politiche commerciali relative ai dati personali degli utenti. A seguito di discussioni tra Cpc Network, la Commissione e WhatsApp, la società ha confermato che non condivide i dati personali degli utenti per scopi pubblicitari.

Consumer protection: i “modelli oscuri”

Un recente studio della Commissione e l’ultima scansione Cpc sui “modelli oscuri” hanno dimostrato che molte aziende utilizzano “modelli oscuri”, ad esempio rendendo più difficile annullare l’iscrizione a un servizio che abbonarsi ad esso. La rete Cpc, con il sostegno della Commissione, continuerà a intensificare i suoi sforzi per affrontare tali pratiche illegali laddove si verificano.

La nuova legge sui servizi digitali (Digital services act) prevede, tra l’altro, l’obbligo per i servizi di avere termini e condizioni chiari, spiegando all’utente in un linguaggio comprensibile quando il loro contenuto o il loro account possono essere interessati da determinate restrizioni e l’obbligo di applicare tali restrizioni in modo diligente, obiettivo e proporzionato. Il Dsa integrerà regole come la direttiva sulle pratiche commerciali sleali o il regolamento generale sulla protezione dei dati, garantendo che non venga lasciata alcuna lacuna normativa per le piattaforme per manipolare gli utenti.

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