Internet rappresenta la dimensione immateriale dell’esistenza, che si pone in continuità e complementarità, non in alternativa, alla dimensione materiale. Le relazioni immateriali sono mediate dalle piattaforme online, che si sono sviluppate con grande rapidità e con pochi vincoli, in particolare grazie alla Direttiva Europea eCommerce del 2003, che ha introdotto per i gestori l’esonero di responsabilità sui contenuti. Le piattaforme online sono oggi determinanti per l’utilizzo di Internet e rappresentano non solo il sistema principale per interagire nella dimensione immateriale, ma anche le più importanti interfacce per la dimensione materiale. Tuttavia non si tratta di strumenti neutri: i modi di concepirle e di declinare la user experience sono in grado di orientare e modificare fortemente i comportamenti degli utenti. Non solo: le piattaforme mirano a produrre effetti di lockin e di assenza di interoperabilità.
Le norme sulla proprietà intellettuale vengono utilizzate per assicurarne, in vari modi, la chiusura. È quindi ormai il momento di riesaminare se la regola dell’esenzione di responsabilità dei gestori non si stia dimostrando inadeguata, se e come sia opportuna una sua riconsiderazione. Nella dimensione immateriale, ampiamente deregolamentata e veloce, caratterizzata da ritorni crescenti, che tende a monopoli o oligopoli globali, in pochi anni si sono infatti create, e si stanno creando, posizioni di dominanza nella intermediazione di servizi della dimensione materiale, senza le garanzie e i vincoli previsti per gli analoghi intermediari “precedenti”. Si sta inoltre producendo la sostituzione di intermediari locali operanti nella dimensione materiale con intermediari multinazionali operanti nella dimensione immateriale: in altri termini consentire la presenza di gatekeeper nella dimensione immateriale sta producendo la perdita di governo di larga parte della dimensione materiale.
Per difendere il mercato, e con esso i diritti dei cittadini, bisognerebbe intervenire per ridurre il numero di gatekeeper e non consentirne di nuovi, come invece vorrebbe chi desidera eliminare la neutralità della rete. Sarebbero quindi auspicabili provvedimenti ex ante che sanciscano i diritti dei consumatori e degli operatori economici, oggi tutelati solo ex post. L’Europa, con la sua dimensione di mercato di consumatori, dovrebbe decidere se accettare lo status quo o intervenire, anche in modo creativo, per un futuro diverso.