IL CASO

Rai, è caos sul canone speciale

Bollettini a pioggia inviati a professionisti e esercenti. Ma la Rai chiarisce: “Niente pagamento per chi vede la tv sul pc”. Intanto la riforma del canone registra un passo in più, il ministero Sviluppo: “Le nostre proposte di riforma già sul tavolo del Mef”

Pubblicato il 27 Giu 2014

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È caos sul Canone Speciale Rai, quello dovuto dalle attività professionali che consentono l’utilizzo di apparecchiature televisive ai clienti all’interno dei propri locali, quali per esempio alberghi e ristoranti. Nei giorni scorsi in varie parti d’Italia titolari di imprese hanno ricevuto un bollettino Rai con la richiesta del pagamento del Canone Speciale, spesso per importi di diverse centinaia di euro. Da Como a Perugia, da Genova alla Toscana diversi imprenditori hanno fatto sentire la loro protesta, rimbalzata su giornali locali e testate nazionali. Tra le tante voci anche quelle di alcune associazioni di categoria regionali, che hanno “denunciato” l’arrivo dei bollettini ai loro iscritti.

Il problema è che il bollettino sarebbe stato inviato “a pioggia”, ovvero sarebbe stato indirizzato non solo a alberghi, affittacamere, campeggi, ristoranti e strutture recettive che offrono volontariamente alla propria clientela la visione delle trasmissioni Rai, ma anche titolari di negozi, botteghe, studi professionali e vari tipi di impresa ritenuti in possesso di “uno o più apparecchi atti o adattabili – quindi muniti di sintonizzatore – alla ricezione delle trasmissioni televisive, indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti”. Molti di questi esercenti o imprenditori che possiedono un computer per lavorare si sono a quel punto sentiti chiamati in causa. Per la verità a torto.

In realtà i professionisti provvisti di pc per lavoro non devono niente alla Rai, in base al regolamento stesso del Canone Speciale. La motivazione è spiegata chiaramente su un’apposita sezione del sito Rai dove si fa riferimento alla nota 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico in cui si spiega: “Di per sé i personal computer, anche collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l’ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone”. In pratica chi guarda i programmi Rai sul pc attraverso il collegamento Internet non è tenuto al pagamento di alcun canone: lo conferma al Corriere delle Comunicazioni il direttore della Direzione Canone Rai, Marco Zuppi, che aggiunge: “Vogliamo fare chiarezza perché siamo a totale disposizione del cliente: è nostro interesse essere più chiari possibile”.

Nel frattempo però sono emerse le polemiche e i dubbi. Dal ministero dello Sviluppo economico ribadiscono il concetto più volte espresso dal sottosegretario Antonello Giacomelli, ovvero che si farà entro il 2015 una riforma radicale del canone della Tv di Stato ispirata a due criteri: portare equità nella contribuzione ed eliminare alla radice l’evasione. La riforma, aggiungono, potrà servire a risolvere anche problemi come quello emerso in questi giorni. Le varie ipotesi di riforma, dicono fonti del ministero al Corriere delle Comunicazioni, sono già sul tavolo del Ministero dell’Economia.

Il Canone Speciale Rai frutta all’azienda radio-televisiva 60 milioni di euro l’anno. Su 960mila esercizi presenti sul territorio nazionale, questo tipo di Canone è pagato da 263mila, ovvero dal 27%.

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