8 MARZO

Ravera: “Poche donne nell’Ict, invertire il trend partendo dalla scuola”

La dg di 3 Italia all’AdnKronos: “Bisogna puntare a colmare il gap tecnologico con gli uomini”. E sottolinea: “Più donne nelle posizioni manageriali aiutano l’economia”

Pubblicato il 06 Mar 2015

F.Me.

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In Italia ci sono ancora “troppe poche donne nell’Ict” ed “il divario di competenze tecnologiche fra maschi e femmine, a mio parere, comincia da lontano: dalla scuola o addirittura dall’ambiente familiare”. E’ l’ingegnere Dina Ravera, direttore generale di 3 Italia, l’operatore mobile del Gruppo Hutchison Whampoa, a intervenire così, analizzando con l‘Adnkronos la presenza femminile nell’ Ict, alla vigilia della festa della donna dell’8 marzo.

Ravera evidenzia quindi che “la presenza femminile ai vertici delle imprese Ict è largamente minoritaria, io personalmente e noi di 3 rappresentiamo una relativa eccezione alla regola”. Da noi -osserva- oltre a me stessa, che sono Direttore Generale dell’azienda dal molti anni, c’è almeno un altro dirigente di grande rilievo nell’organizzazione, cioè il Direttore di tutta della Rete e dell’ Ict, Antonella Ambriola. Ed anche nel call center la presenza femminile, soprattutto nei ruoli manageriali o di responsabilità è prevalente: sono donne 60 risorse delle 80 che gestiscono un totale di 1200 collaboratori”.

“Detto questo, però, non voglio negare che, nel settore Ict, sulla parità di genere e sulle pari opportunità c’è ancora molto da lavorare” afferma Ravera. “Del resto – sottolinea – anche i dati Ocse di queste ore confermano che le competenze tecnologiche sono quelle in cui anche la scuola e l’università tendono ancora a marginalizzare le donne. Eppure un recentissimo studio Ernst Young dimostra che le performance economiche delle imprese, anche quelle dei settori tecnologici, migliorano proporzionalmente alla presenza di manager donne nei loro organigrammi”.

Guardando al nostro Paesse, la Dg di 3 Italia rileva che “il divario di competenze tecnologiche tra uomo e donna inizia da lontano, dalla scuola o addirittura dall’ambiente familiare. La ricerca Ocse uscita proprio in questi giorni conferma che le ragazze, pur essendo più diligenti dei maschi, vedono i loro sforzi spesso mortificati da risultati non adeguati in materie come la matematica”. “Il 50% dei papà -continua- crede che il proprio figlio maschio possa poi trovare un lavoro in ambito scientifico-tecnologico, ma soltanto un padre su sei pensa che una figlia possa dedicarsi a materie scientifiche e le mamme condividono tali idee”.

“Sicuramente in Italia la situazione per le donne manager appare svantaggiata rispetto all’Europa” aggiunge ancora Ravera, ricordando che “una recente ricerca di Cerved Group sulle aziende con oltre 10 milioni di fatturato parla dell’ Italia come il fanalino di coda di questa classifica, con una percentuale di appena l’11,9% di donne manager, rispetto ad una media Europea di oltre il 27%. Dalla mia esperienza ho potuto constatare che il Nord Europa generalmente si distingue per il livello di integrazione delle donne all’ interno delle gerarchie aziendali”.

Una realtà però, dice Ravera, che non comprende l’ azienda di cui ha scalato i vertici. “Ho la fortuna di lavorare da 10 anni per 3 Italia, un azienda che fa parte del Gruppo Hutchison Whampoa, uno dei più grandi gruppi asiatici, presente in più di 50 Paesi con oltre 270.000 dipendenti e ha sede ad Hong Kong dove la mentalità nella gestione del business è basata sul modello anglosassone”. “Questo vuol dire -conclude la Dg di 3 Italia- che in Hutchison troviamo donne in ruoli apicali. Sono fiera far parte di un Gruppo in cui le donne possono esprimersi al massimo delle loro potenzialità”.

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