LE REAZIONI

Regione Lazio, la cybersecurity diventa un caso politico

I partiti prendono posizione sull’attacco informatico. Boccia (Pd): “Se non si corre subito ai ripari questo potrebbe essere solo l’inizio”. Capitanio (Lega): “Zingaretti pensi a far ripartire la macchina”. Fratelli D’Italia: “Speranza-Colao riferiscano in aula”

Pubblicato il 03 Ago 2021

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A poco più di 24 ore dall’attacco informatico che ha paralizzato la Regione Lazio il mondo della politica scende in campo e si divide sull’interpretazione dei fatti e sulle possibili soluzioni per evitare che attacchi informatici di questa portata possano ripetersi in futuro.

“Quanto accaduto nella giornata di domenica ai danni dei sistemi informatici della Regione Lazio è un crimine gravissimo, che però ha solo rallentato l’efficace campagna vaccinale e l’erogazione dei servizi generali – afferma Augusto Gregori, presidente del Partito Democratico del Lazio – La Regione Lazio ha saputo affrontare questa emergenza, cosi come ha saputo gestire in modo esemplare l’eccezionalità della pandemia”. Dal Canto sua Francesco Boccia, deputato Pd e fondatore di DigithOn, sottolinea come “Indipendentemente dalla natura dell’attacco informatico che sarà chiarito, il tema dei buchi e della fragilità delle reti è una priorità per le istituzioni nazionali e comunitarie. Se davvero si vuole cambiare rotta nella Pubblica amministrazione e mettere in sicurezza i dati dei cittadini del nostro Paese, sviluppatori e informatici devono entrare secondo logiche di mercato e lavorare gomito a gomito con le autorità. Se, invece per assumere un giovane sviluppatore in un ente locale o in un ministero ci vogliono mesi, se non anni, e gli diamo salari inadeguati per quelle competenze, come se le attività fossero tutte uguali, non costruiremo mai una generazione di eccellenze digitali nella PA e non saremo mai sicuri fino in fondo, nonostante l’impegno della polizia e degli apparati di sicurezza. Trascurare culturalmente e nei fatti la sicurezza informatica di un Paese porta a farsi molto male – conclude Boccia – Se non si corre subito ai ripari, quello che è accaduto alla Regione Lazio può essere solo l’inizio”.

Secondo Massimiliano Capitanio, deputato della Lega in commissione Telecomunicazioni e capogruppo in Vigilanza Rai, “Manca solo l’ipotesi di un attacco da Marte e poi Zingaretti avrà messo sul tavolo tutte le più surreali ipotesi sull’attacco che sta paralizzando la campagna vaccinale nel Lazio. Siamo passati dal terrorismo all’invasione tedesca, fino alla barzelletta del più grande attacco mai messo a segno in Italia. Zingaretti non ha le prove di quanto afferma. Pensi semmai a far ripartire la macchina e a garantire il rispetto della privacy di tutti i dati che potrebbero essere finiti nelle mani degli hacker”. “La recente approvazione del decreto sulla cybersicurezza – conclude – ha imposto al Paese un approccio serio e scientifico a questi temi: Zingaretti, per motivi che scopriremo, sta facendo esattamente il contrario. La Lega, su questi fatti, ha depositato oggi una interrogazione alla Camera”.

Secondo il deputato di Italia Viva Cosimo Maria Ferri, omponente Commissione Giustizia Camera dei Deputati, “Occorre che la Pubblica Amministrazione faccia un salto nella capacità di gestire il rischio e le informazioni migliorando la consapevolezza di tutti gli operatori e tenendo conto che la minaccia è oggi ‘ibrida’ e prevede aggressori non identificabili con chiarezza. Gestire il rischio significa capire chi c’è dietro ad ogni tecnologia per costruire infrastrutture critiche sicure al servizio del cittadino. Lo Stato deve rispondere con determinazione ed unito. Nell’era della trasformazione digitale, la sicurezza dei dati e delle in strutture è un elemento abilitante e fondamentale. Il Paese deve investire in sicurezza e su questo il PNRR sta convogliando milioni di euro in cyber sicurezza”.

Dall’opposizione i parlamentari di FdI Federico Mollicone e Alessio Butti sono particolarmente critici con il presidente della Regione Lazio: “Da Zingaretti abbiamo una narrazione che spesso è distaccata dalla realtà: se di attacco terroristico si è trattato, dov’è la motivazione politica o ideologica, la rivendicazione? Se abbiamo la certezza matematica che l’attacco sia partito dalla Germania, che fanno gli inquirenti? Forse scoppierà la Terza guerra mondiale? Zingaretti, ancora una volta, dimostra di essere inadeguato al ruolo di governatore del Lazio. Il settore sanitario è ormai soggetto a continui attacchi cibernetici. Per gli analisti, infatti, è un attacco criminale con intento meramente economico. Abbiamo chiesto spiegazioni a Zingaretti e D’Amato. Bisogna istituire il più presto possibile all’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Di fronte ad attacchi così sofisticati e pervasivi la risposta adeguata non può che essere quella statale, aumentando i livelli di sicurezza cibernetica. Sembra che non vi sia stato un backup di questi dati, cioè i dati non siano stati salvati e custoditi; sono saltate le prenotazioni vaccinali, delle visite specialistiche, persino il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Chiediamo che il ministro Speranza e il ministro Colao vengano a riferire in merito lo status, rispettivamente, delle prestazioni dei Lea e della sicurezza cibernetica della pubblica amministrazione”.

Secondo Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, “Il numero di attacchi informatici contro individui e istituzioni pubbliche è aumentato bruscamente dallo scoppio della pandemia. Lo dimostra l’attacco informatico ransomware che ha colpito la Regione Lazio e che l’ha costretta a rallentare l’emissione di importanti documenti. I dati sensibili di migliaia di cittadini potrebbero essere finiti nelle mani degli hakers e questi attacchi sembrano provenire da criminali, ma anche da soggetti pubblici di Paesi terzi. E’ assolutamente necessario, quindi, potenziare la sicurezza informatica, tutelando i dati sensibili di cittadini e istituzioni”. “La Commissione deve assicurare una cooperazione efficace tra le organizzazioni che si occupano di sicurezza informatica e il nuovo Centro europeo industriale, tecnologico e di ricerca sulla cybersicurezza, che ha sede a Bucarest – aggiunge – Necessario è, inoltre, promuovere azioni per rafforzare la cooperazione con la Nato sul versante della difesa informatica in campo militare e il Fondo europeo per la difesa può contribuire a questo scopo”.

Alessandra Ermellino, deputata di Centro Democratico e membro della Commissione Esteri a Montecitorio, sottolinea che “L’attacco subito dalla Regione Lazio dimostra ancora una volta la vulnerabilità delle nostre difese cibernetiche e la necessità di rafforzarle, soprattutto in vista dell’imminente processo di digitalizzazione che il governo intende intraprendere. Secondo il ministro dell’Innovazione digitale, circa il 95% dei server della Pubblica amministrazione non è in condizione di sicurezza. Il nostro gap rispetto ad altri Paesi Ue va colmato il prima possibile, ma occorre anche promuovere un sistema comune di cyber difesa che limiti in qualche modo l’azione degli hacker russi o di altra provenienza”.

Secondo Antonio De Poli, senatore Udc, “L’attacco hacker alla regione Lazio, in modo particolare al sistema di prenotazione dei vaccini, è stato definito dagli esperti il più grave finora subito dalle nostre infrastrutture e dalle nostre reti. Come ha giustamente sottolineato il sottosegretario Franco Gabrielli, autorità delegata del governo per la sicurezza della Repubblica, bisogna correre nel percorso verso la creazione dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza”.

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