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Riders, copertura Inail e mix cottimo-paga oraria: ecco il decreto

Sul tavolo del Cdm di mercoledì il provvedimento che contiene le tutele per i ciclo-fattorini: assicurazione obbligatoria e nuove regole per le modalità di retribuzione tra le novità. Di Maio: “Risolviamo problemi concreti”

Pubblicato il 05 Ago 2019

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Intesa Lega-5Stelle per la norma sui riders. Le regole sarebbero pronte – fanno sapere dalla maggioranza – e dovrebbero entrare in un decreto legge, annunciato dal ministro al Lavoro e Sviluppo economico Luigi Di Maio, insieme a norme su crisi aziendali – Whirlpool di Napoli, su tutte – e sulle tutele delle categorie di lavoratori più fragili; il provvedimento dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri di mercoledì.

Per i riders è in arrivo una copertura Inail e un mix di cottimo-paga oraria. Sarà obbligatoria l’assicurazione contro infortuni e malattie per chi porta i pasti a domicilio o comunque fa consegne in città e su “due ruote”, e prende gli ordini attraverso app e piattaforme digitali. I riders si potranno però ancora pagare a consegna, a patto che questa modalità “non sia prevalente”, mentre la paga oraria sarà riconosciuta a patto che, per ogni ora, si accetti “almeno una chiamata”. Viene comunque lasciata, si legge nella relazione che accompagna il provvedimento, autonomia negoziale per definire “schemi retributivi modulari e incentivanti”.

“Grazie a questo decreto verranno dati soldi e tutele per i lavoratori – ha spiegato Di Maio in diretta Facebook – Con questo decreto i riders passeranno dall’essere i lavoratori più sfruttati d’Italia a quelli che avranno tutele. E’ un decreto che entra nel concreto e risolve i problemi”.

Secondo un’analisi Coldiretti/Censis l’intesa sulle tutele per riders interessa più di un italiano adulto su tre che ha ordinato dal telefono o dal proprio personal computer pizza, piatti etnici o veri e propri cibi gourmet durante l’anno.

Al mercato del food delivery – sottolinea la Coldiretti – si rivolgono 18,9 milioni di italiani con regolarita’ (3,8 milioni) o occasionalmente (15,1 milioni) che hanno consumato a casa cibo ordinato da ristoranti e pizzerie tramite una piattaforma web come Just Eat, Foodora, Deliveroo, Bacchette Forchette o Uber Eats, solo per citare le più note, accanto alle quali si sono sviluppate numerose realtà locali. Non a caso il 38,1% degli italiani che ordinano il cibo sulle piattaforme web ritengono prioritario migliorare il rispetto dei diritti del lavoro dei rider, i fattorini che portano i piatti nelle abitazioni, secondo lo studio Coldiretti/Censis. Ma oltre alle condizioni dei lavoratori, sono diversi gli aspetti del food delivery che andrebbero cambiati a giudizio di chi fa ricorso a questo tipo di piattaforme.

Il 28% di chi riceve il cibo a casa richiama – conclude Coldiretti – l’esigenza di una maggiore sicurezza dei prodotti durante il loro trasporto garantendo adeguati standard igienici, evitando ogni contaminazione e preservando la qualità del cibo, ma c’è anche un 25,3% che chiede alle piattaforme web di promuovere anche la qualità dei prodotti e degli ingredienti che propongono nei loro menù di vendita, e un altro 17,7% vorrebbe migliorare anche l’utilizzo di prodotti tipici e di fornitori locali.

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