GIG ECONOMY

Riders, via libera del governo alla legge del Lazio

Il Cdm ha deciso di non impugnare il provvedimento che rappresenta il primo impianto normativo sui diritti dei lavoratori delle piattaforme. Il governatore Zingaretti: “Importante riconoscimento. Ora avanti per elaborare regole nazionali”

Pubblicato il 13 Giu 2019

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Endorsement del governo alla legge della Regione Lazio che norma il lavoro dei riders. Il Consiglio dei ministri ha deciso infatti di non impugnare il provvedimento.

“La decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare la legge della Regione Lazio sulla Gig economy, è  un importante passo in avanti. Siamo stati i primi in Italia a realizzare una legge per i lavoratori digitali – spiega il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – una sfida che abbiamo lanciato nel dibattito politico nazionale e nella quale abbiamo creduto sin dall’inizio, scegliendo con coraggio e grande determinazione, di intervenire per aiutare e dare dignità ai tanti lavoratori della Gig economy, come i rider. Questi lavoratori oggi hanno uno strumento, una legge regionale che li tutela e che dimostra che si può e si deve fare innovazione ma rispettando la sfera dei diritti dei lavoratori. Ora l’auspicio è che le Istituzioni lavorino per mettere in campo una nuova legislazione nazionale a tutela dei diritti dei lavoratori della Gig economy”.

“E la testimonianza della validità del nostro testo – dichiara l’assessore al Lavoro e Nuovi diritti della Regione Lazio, Claudio Di Berardino – Partiranno ora una serie di procedimenti attuativi per rendere concreti i diritti dedicati a chi lavora tramite piattaforma digitale, a cominciare dai rider. Questa categoria di lavoratori è rimasta priva di tutele fondamentali come l’infortunio sul lavoro, la malattia, la maternità, la formazione sulla sicurezza, una retribuzione frutto della contrattazione tra le parti sociali. Il Lazio si conferma apripista nel colmare una situazione di vuoto normativo per categorie di lavoratori sempre più numerosi e sempre più esposti a incidenti e forme di sfruttamento”.

Cosa prevede la legge

Con la nuova normativa si riconosce la tutela dei lavoratori in caso di infortunio sul lavoro e malattie professionali; si assicura la formazione in materia di sicurezza; si dispone a carico delle piattaforme l’assicurazione per infortuni, danni a terzi e spese di manutenzione per i mezzi di lavoro; si introducono norme sulla maternità e sulla previdenza sociale; si ribadisce il rifiuto del compenso a cottimo e si introduce un’indennità di prenotazione nel caso in cui il mancato svolgimento dell’attività di servizio non dipenda dalla volontà del lavoratore.

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Per quanto riguarda la definizione della paga base e premialità si rimanda invece alla contrattazione collettiva, superando l’attuale situazione in cui sono esclusivamente i datori di lavoro a dettare le condizioni economiche.

La Legge prevede, inoltre, la realizzazione di un Portale del lavoro digitale a cui si possono iscrivere lavoratori e piattaforme e che permette di godere degli strumenti e contributi messi a disposizione dalla Regione Lazio.

Sarà invece la nuova Consulta regionale del lavoro digitale a permettere il continuo aggiornamento dei temi e della consultazione tra le parti. Alla Consulta, inoltre, spetta l’elaborazione di una Carta dei diritti dei lavoratori digitali con l’obiettivo di promuovere principi, regole e tutele a garanzia dei lavoratori e delle piattaforme nonché di sostenere il principio di consumo responsabile. Per il biennio 2019-2020 sono messi a disposizione 2 milioni e 100 mila euro per le politiche di assistenza e per la realizzazione del portale dedicato.

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