Rivoluzione asiatica per Cisco. Nasce la divisione ad hoc per la Cina

Le attività in Cina, Taiwan e Hong Kong saranno separate da quelle dell’Asia-Pacifico e Giappone. Gli analisti: “La scelta è giusta, ma i competitor locali non hanno da temere”

Pubblicato il 13 Gen 2010

placeholder

Ristrutturazione in Asia-Pacifico e Giappone e creazione di una
nuova divisione dedicata al mercato cinese allargato: questa la
nuova strategia di Cisco Systems in Asia, segno del potenziale di
mercato che il produttore di attrezzature di rete coglie
nell’area cinese. L’azienda di San Jose renderà infatti
indipendenti le tre unità operative, Greater China, Hong Kong e
Taiwan, che prima facevano parte della più grande divisione
Asia-Pacifico, in modo da concentrare meglio strategie e
investimenti su un’area da alta crescita e anche fortemente
competitiva. La ristrutturazione sarà effettiva da febbraio.

“Considerate dimensioni e crescita dell’economia cinese e
l’importanza che ha per l’azienda lo sviluppo delle sue
attività in Cina, pensiamo che creare una divisione separata per
la Greater China sia una decisione inevitabile e significativa
nella nostra strategia”, ha commentato Robert Lloyd, executive
vice president delle attività globali della Cisco. "In questo
modo potremo trarre il massimo dalle opportunità che si aprono in
questa regione, concentrandoci meglio sulle relazioni con clienti e
partner dell’area cinese".

A capo della divisione per la Greater China è stato scelto Owen
Chan (nella foto), che ha diretto le operazioni in Asia-Pacifico
della Cisco per cinque anni. Le attività in Asia-Pacifico e
Giappone saranno invece guidate da Edzard Overbeek. L’azienda
californiana sottolinea che Giappone, Greater China e Asia-Pacifico
rappresentano circa il 15% delle sue entrate globali. Nel primo
trimestre fiscale chiuso il 24 ottobre, la Cisco ha riportato
vendite per 9 miliardi di dollari, in calo del 12,7% rispetto ai
10,3 miliardi dell’anno precedente, ma gli investimenti e il cash
sono lievemente aumentati (35,4 miliardi contro i 35 miliardi
dell’anno prima). Secondo gli analisti la scelta di ristrutturare
le sue operazioni in Asia è la mossa giusta per la Cisco, che ha
già una forte presenza sul territorio cinese ma deve contrastare
la concorrenza di forti vendor locali come Huawei Technologies e
Zte.

"La decisione della Cisco riflette la volontà di concentrarsi
sulla Cina, un mercato in rapida crescita che attrae molte aziende
globali”, sottolinea Charles Guo, analista della JPMorgan a Hong
Kong. Tuttavia, secondo Guo, la Cisco e i concorrenti cinesi si
rivolgono a diversi segmenti di mercato e la strategia più
aggressiva del produttore americano in Cina non dovrebbe avere un
forte impatto sui fornitori locali.  
 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

H
huawei
Z
zte

Articolo 1 di 3