INNOVAZIONE

Robot, Europa dominus del mercato. Ma ancora per poco

Crescita del 12% per gli “automi” professionali che varranno 27 miliardi di dollari nel 2020. Gli impieghi più comuni nella manifattura, nella medicina e nella logistica. Ma primato messo a rischio dalla concorrenza degli States

Pubblicato il 17 Ott 2017

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Cresce l’utilizzo professionale dei robot: il nuovo studio della International Federation of Robotics (IFR) calcola che a fine anno le vendite di robot impiegati nelle industrie o nei servizi metteranno a segno un aumento del 12% rispetto al 2016 per un valore record di 5,2 miliardi di dollari. Molto positivo anche il quadro per i prossimi anni: tra il 2018-2020 le vendite dovrebbero aumentare del 20-25% annuo fino a un valore di 27 miliardi di dollari.

Non siamo ancora alla società dei robot-padroni tanto temuta da Elon Musk, il Ceo di Tesla e di SpaceX che ha chiesto al governo americano di regolare lo sviluppo e la diffusione delle macchine con intelligenza artificiale prima che l’umanità sia sopraffatta e costretta a trasferirsi su Marte. Siamo lontani anche dalla distopia illustrata sulla copertina dell’ultimo numero di The New Yorker con i robot ormai pienamente sostituiti alle persone, cui resta solo il ruolo del mendicante in città omai conquistate dalle macchine intelligenti.

E’ vero però che i robot cosiddetti di servizio, utilizzati in medicina, nella logistica, nella manifattura, nell’agricoltura e anche nel commercio, si stanno diffondendo rapidamente grazie alla loro efficienza e alla riduzione dei costi, come sottolinea Gudrun Litzenberger, segretario generale dell’IFR.

“L’interesse crescente nella robotica per i servizi”, spiega Martin Hägele dell‘IFR Service Robot Group, “si deve in parte alla varietà e numerosità delle nuove start-up, ormai pari al 29% di tutte le aziende che lavorano sulla robotica. Sono le start-up a spingere l’innovazione e la crescita del settore, accanto a grandi gruppi che non sono nati nella robotica ma stanno investendo e allargandosi a nuovi mercati”.

L’Europa ha un ruolo fondamentale in questo sviluppo perché nel nostro continente sono nate 290 delle 700 aziende che forniscono robot per uso professionale, mentre il Nord America ha circa 240 produttori e l’Asia 130. Gli Usa vantano però 200 start-up che lavorano nel campo della robotica e su tecnologie potenzialmente disruptive, mentre l’Ue ne conta 170 e l’Asia 135.

Intanto, anche il mercato dei robot per usi non professionali muove i primi passi: si tratta di macchine intelligenti per l’assistenza agli anziani o ai bambini con esigenze speciali ma anche solo per l’edutainment e le pulizie di casa. L’IFR prevede che le vendite di robot per impeghi domestici genereranno un fatturato di circa 11 miliardi di dollari nel periodo 2018-2020. Ma, finché lavano i vetri e pavimenti, saremo forse meno ostili verso chi ci sottrae il lavoro.

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