Santoni (Sap): “L’IT aziendale deve servire a democratizzare il lavoro”

Il numero uno di Sap Italia spiega la strategia dell’azienda per le risorse umane: “Le nuove tecnologie non vanno utilizzate come strumento di controllo”

Pubblicato il 16 Mar 2011

placeholder

“Chi oggi non è digitale è asociale. Basta pensare che
Facebook, il social network più grande, conta una popolazione pari
a quella di cinque grandi nazioni”. A lanciare questo monito è
Agostino Santoni, amministratore delegato di Sap Italia. E lo ha
fatto nel corso di un presslunch con la stampa di settore per
commentare le indicazioni della Sap Executive Conference, svoltasi
a inizio marzo a Villa d’Este e dedicata quest’anno al tema
della IT Democracy, ovvero come cambiare il modo di fare impresa e
gestire il rapporto tra le organizzazioni e i collaboratori. Un
evento che ha visto la partecipazione di Cfo, Cio e direttori di
produzione. Dai responsabili finanziari si è voluto conoscere la
propensione e i budget per l’informatica relativamente all’anno
in corso. Ebbene una Instant survey promossa durante l’evento ha
evidenziato che il 34% prevede di aumentare di oltre il 10% la
spesa durante il 2011 rispetto allo scorso anno, il 32% si è
pronunciato per la stabilità. Il 14% per una diminuzione e il
restante 20% per una crescita moderata. Uno scenario all’insegna
di un certo ottimismo.

Santoni ha ricordato altresì un’altra importante indicazione
della survey: il 23% dei partecipanti ha indicato nella Business
intelligence l’area tecnologica in cui le aziende stanno
maggiormente investendo. Il cloud è solo al quinto posto con il
10%, preceduto da collaboration (14%), applicazioni mobile e Crm
(11% ciascuno). Una scaletta un po’ diversa da quelle rilevate da
Idc e Gartner sulla scena internazionale, ma forse più aderente
alla realtà del mercato di questo momento. Un gruppo di aziende si
è anche lanciato nella realizzazione di progetti 2.0. Con quali
ritorni? Il 28% ha dichiarato di avere constatato degli impatti sui
prodotti e servizi derivanti appunto dall’accesso a comunità
tematiche, il 22% ha registrato una migliorata soddisfazione dei
clienti, Solamente il 17% ha detto di non avere constatato
benefici. Mal che vada c’è un ritorno di immagine, documentato
dalle risposte di quasi due aziende su dieci.

Le tecnologie rappresentano lo strumento in grado di dare voce agli
individui, di garantirne la libera espressione e di metterli in
relazione con il mondo. In un’epoca in cui i digital native
stanno entrando nel mercato del lavoro, il mondo business è
destinato ad evolvere rapidamente: i dipendenti sanno usare con
disinvoltura i dispositivi più innovativi e sono abituati ad
esercitare la libertà consentita dalla tecnologia. È necessario –
sostengono gli strateghi di Sap – che i modelli di leadership
evolvano verso la meritocrazia, che la cultura aziendale diventi un
processo bidirezionale, che le persone vengano considerate come una
risorsa strategica e che l’ambiente di lavoro rifletta questo
dinamismo. In questo scenario l’It aziendale non può più essere
concepita come strumento di controllo ma di democratizzazione del
lavoro.

“Gli attuali trend tecnologici – è il pensiero espresso
compiutamente da Santoni – gettano le basi affinché nelle imprese
si concretizzi una sorta di personal business responsibility che
guidi i singoli ad agire responsabilmente all’interno delle
organizzazioni per concorrere agli obiettivi comuni. In questo
senso è possibile parlare di IT Democracy, ma affinché questo
processo si concretizzi realmente è necessario che le imprese
adottino un atteggiamento di collaborazione e apertura. Può
sembrare paradossale, ma per essere forti, competitive e vincenti,
le organizzazioni devono superare la logica del controllo e
aprirsi, in primo luogo verso l’interno, concedendo più libertà
e flessibilità ai dipendenti e intendendo l’IT come uno
strumento di espressione per consentire alle persone di
confrontarsi e di co-innovare, contribuendo al raggiungimento dei
fini condivisi”.
Nel corso dell'evento si è ricordata anche la massiccia
diffusione di Facebook che potrebbe essere – dato
l'elevatissimo numero di utenti che supera i 500 milioni – il 
sesto continente o il quinto Paese con maggiore numero di abitanti
al mondo.
In conclusione Sap sostiene che questa è un'opportunità per
cambiare modo di fare impresa: con dipendenti che hanno capacità
di gestire dispositivi avanzati e le organizzazioni che lavorano
senza linea gerarchica (al suo posto va instaurato il concetti
Personal Business Responsability).

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2