BANDA LARGA

Sblocca Italia, l’ottimismo delle telco: “Ora sciogliere i nodi burocratici”

Anche se è impossibile ancora stimarel’impatto del credito
d’imposta sugli investimenti, l’approccio della nuova legge convince gli operatori. Che però avvertono: “Ogni ritardo sui decreti può mettere a rischio gli obiettivi prefissati”

Pubblicato il 22 Ott 2014

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Impossibile stimare l’impatto degli incentivi dello Sblocca Italia: gli operatori telefonici italiani su questo sono concordi, parlandone con Cor.Com. È ancora presto per fare stime precise; bisogna attendere tempi e modalità dei decreti attuativi. Ma certo un impatto ci sarà e sarà positivo, sugli investimenti. Non tale da cambiare i piani, probabilmente, ma almeno da accelerare un poco la copertura. Gli operatori sono insomma ottimisti con prudenza: è già qualcosa, vien da dire. “Il credito d’imposta per i nuovi investimenti in banda ultralarga è un segnale importante che va nella direzione giusta delle politiche di incentivazione agli investimenti, anche nelle tlc. Più che cambiare i piani, potrà rappresentare, non appena sarà utilizzabile, uno strumento utile a supportare gli investimenti”, dice Saverio Tridico, direttore affari pubblici e legali di Vodafone Italia.

“L’approccio dello Sblocca Italia è sicuramente positivo – continua -. Crediamo sia necessario proseguire su questa linea, accelerando ulteriormente il passo, per sciogliere i nodi burocratici che ancora rendono complesso fare impresa in Italia”. “In particolare, su reti e infrastrutture a banda larga, dove siamo impegnati nella realizzazione del nostro Piano Spring (4G e fibra), auspichiamo una forte spinta alla semplificazione a livello locale. C’è ancora molto da fare: oggi chi investe deve tener conto di 8100 regolamenti comunali – tanti sono i comuni – diversi tra loro, e dei numerosi vincoli delle Sovrintendenze. E l’industria delle tlc, dopo oltre 19 mesi, è ancora in attesa dei decreti attuativi sui campi elettromagnetici”.

Sulla stessa linea Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind: “la direzione è giusta. Lo Sblocca Italia darà mano ai nostri investimenti sulla rete mobile, grazie al mix di incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche”. Tuttavia per Ibarra avranno un peso soprattutto queste ultime e comunque “è difficile per ora stimare copn esattezza l’impatto del credito d’imposta sugli investimenti”. Certo è che non cambia la strategia, che vede una scommessa tutta centrata sull’innovazione della rete mobile, “dove abbiamo piani aggressivi per il 2015”. È fuori discussione, insomma, che Wind da sola si metta a fare una rete in fibra”.

“Impossibile prevedere l’impatto” anche per Fastweb, ma “è molto positivo che il governo Renzi, tramite il decreto Sblocca Italia, abbia deciso di sostenere con un credito d’imposta gli investimenti in banda ultralarga per connessioni a 100 megabits e più”, dice Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb.
“Sino ad oggi come Fastweb abbiamo investito circa 9 miliardi di euro per realizzare la nostra rete senza ricorrere a incentivi, ma siamo felici che il Governo abbia deciso di spingere la digitalizzazione sostenendo le architetture in fibra, in primis il fiber to the cabinet che eroga, grazie per esempio al protocollo G.Fast che stiamo sperimentando, velocità di centinaia di Mbps”.

Telecom Italia è sulla stessa linea, fatta di “impossibili stime” e di “comunque è un segnale positivo”. Da Telecom Italia dicono che vale quanto già riferito al nostro giornale dal presidente Giuseppe Recchi: “il Governo ed il Parlamento hanno dimostrato di prestare la giusta attenzione al tema dello sviluppo delle reti di nuova generazione, strumentale al raggiungimento degli obiettivi posti dall’Agenda Digitale europea”.

“Le diverse misure individuate, dal credito di imposta per chi investe nello sviluppo di reti a banda ultra larga nelle cosiddette ‘aree bianche’ alla semplificazione del regime autorizzatorio per l’installazione di impianti di rete mobile, rendono più agevole, sia in termini economici sia in termini di alleggerimento degli oneri burocratici, lo sviluppo delle reti digitali, indispensabili al paese”. Tuttavia, “le norme così introdotte necessitano di successive disposizioni di attuazione (decreti ministeriali) che rischiano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi prefissati a causa dei sensibili ritardi, finora registrati, per la loro adozione, come nel caso dell’aggiornamento del regolamento scavi e della definizione delle linee guida sui limiti alle emissioni elettromagnetiche”. Sembra insomma che, in assenza di certezze su tempi e modi, gli operatori telefonici colgano negli incentivi fiscali il valore di un simbolo: che il Governo ha cominciato a interessarsi agli investimenti in banda ultra larga.

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