LA RISOLUZIONE

Scorporo Google, Tajani: “Nella Ue regole siano uguali per tutti”

Il vicepresidente del Parlamento europeo commenta la risoluzione approvata dall’Europarlamento: “Il digitale deve essere un fattore di competitività. Occorre che i player possano competere tra loro su un piede di parità”

Pubblicato il 28 Nov 2014

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“Il Parlamento Europeo ha approvato ieri un’importante risoluzione sul mercato digitale. Gli obiettivi dell’Agenda digitale europea debbono essere raggiunti e la banda ultra larga deve essere a disposizione di tutti”. Lo scrive l’esponente di Forza Italia, Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento europeo in un intervento su “Il Giornale”.

Il digitale, aggiunge, “deve essere un vero fattore di competitività per le imprese e gli investimenti che Juncker ha da poco ribadito richiedono un impegno convinto di tutti. Non basta però eliminare le barriere, occorre che gli operatori possano competere tra loro su un piede di parità. Quello che taluni soggetti come Google, e non solo, fanno sulla Rete e con la Rete ci impone di intervenire per tutelare cittadini ed imprese. La Commissione europea – continua Tajani – lo deve fare applicando le regole di concorrenza”.

Per dare un senso alla convergenza tecnologica, rileva ancora, “servono regole comuni. Ad esempio: la responsabilità editoriale va estesa agli altri soggetti, oltre che agli editori classici. Il diritto europeo e nazionale, ed anche quello fiscale aggiungo io, va applicato a tutte le imprese, anche a quelle come Google che hanno sede in Paesi terzi ma prestano servizio nei Paesi dell’Unione. Qui la legge deve essere uguale per tutti. Va poi tutelato il diritto d’autore, adattato all’era digitale, per non provare chi crea della giusta remunerazione”. “Auspico – conclude Tajani – che la Commissione Ue tenga conto, in merito a tutto questo, del parere del Parlamento”.

Con la risoluzione non vincolante si chiede la separazione dei servizi di ricerca online dagli altri servizi commerciali. Se sarà effettivamente applicata, infatti, metterebbe a repentaglio il modello economico di Google che attraverso la ricerca gratuita ottiene informazioni cruciali sui suoi utenti, che poi utilizza per i servizi di pubblicità e marketing online da cui deriva la gran parte dei suoi profitti.

Inoltre Francia e Germania hanno fatto una richiesta congiunta alla Commissione Ue. L’obiettivo è di lanciare una consultazione pubblica sugli Over the top, i giganti di Internet come Google o Facebook che offrono servizi online ma senza disporre di una propria infrastruttura di rete.

I governi di Parigi e Berlino hanno messo questa loro richiesta all’attenzione del commissario responsabile dell’Economia digitale, Gunther Oettinger, chiedendogli di dare vita alla consultazione “per capire se le attuali regole sulla concorrenza permettano di controllare i comportamenti” degli Ott. La consultazione dovrà, secondo le intenzioni di Francia e Germania, “interrogarsi sulle norme applicabili a questi attori”, raccogliendo le opinioni che scaturiranno dai 28 Paesi dell’Unione.

Nella stessa sede Francia e Germania hanno chiesto che la Commissione compia dei passi in avanti “sull’imposizione fiscale” nei confronti di queste società, con l’obiettivo di porre fine alle pratiche di evasione fiscale.

Il commissario Oettinger, dal canto suo, è scettico sulla risoluzione. “Una divisione obbligatoria per me non sarebbe la soluzione migliore – ha spiegato – Bisogna invece trovare soluzioni che vadano incontro ai bisogni di cittadini e stakeholder”.

“Io non parlerei di una divisione vera e propria ma piuttosto di una corretta applicazione della direttiva Ue sulla concorrenza”, ha aggiunto, ritenendo la risoluzione del Pe “un parere importante che sottolinea quali sono le decisioni che devono essere prese dalla Commissione”

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