IL PIANO

Scuola, 1 miliardo per la digital transformation: “Disegniamo un futuro nuovo”

Via al piano nazionale scuola digitale. Il ministro Giannini: “Più reti e più contenuti per cambiare il nostro modello educativo”. Oltre 450 milioni per innovare gli ambienti didattici e formare i docenti

Pubblicato il 27 Ott 2015

Federica Meta

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“Non solo infrastrutture ma anche contenuti”. Con questo slogan il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha lanciato il Piano nazionale Scuola Digitale: un miliardo di euro per “riposizionare il nostro modello educativo in una società in cui la digitalizzazione è diventata fenomeno pervasivo, in senso orizzontale e in senso verticale”.

“Partiamo da una situazione per cui in una scuola su due la connessione Internet non raggiunge le classi – ha avvisato il ministro – In questo quadro è la prima volta che un governo inserisce in una legge dello stato una politica così specifica e che mette la digitalizzazione e l’innovazione all’interno di una strategia nazionale. Politica imprenditoria e istruzione lavoreranno insieme per cambiare la scuola e cambiare il Paese”.

Tre le azioni chiave del piano del piano. Dare strumenti tecnologici alla scuola nel suo complesso e dunque: banda ultra larga alla porta di ogni scuola, ambienti digitali per la didattica e sistemi di amministrazione digitale per le segreterie, perché, come ha tenuto a precisare Giannini “non possiamo immaginare classi che corrono in Formula 1 e segreterie che vanno in carrozza e cavalli”. La seconda azione riguarda le competenze e i contenuti dell’insegnamento, dando un ruolo centrale al coding e rafforzando l’alternanza scuola-lavoro. Il terzo capitolo del programma riguarda la formazione del personale, docente e non: centrale in queste azioni il ruolo dell’Osservatorio Scuola digitale che nascerà a breve.

Entrando nel dettaglio delle azioni, per portare la banda ultralarga nele scuole saranno disponibili 600 milioni di euro in 5 anni (2015-2020)affinché la connettività non sia più un surplus accessorio ma un diritto”, ha detto Giannini. Mise e Miur hanno firmato un protocollo di intesa con cui lo Sviluppo economico si impegna a dare priorità agli istituti, identificati da Viale Trastevere, nell’ambito del piano banda ultralarga. “Con questo protocollo – ha spiegato il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, diamo sostanza alle reti in fibra che funzionano davvero solo se ci sono i servizi che ci viaggiano. E non c’è servizio più importante per il destino di un Paese che quello riguardante la formazione delle generazioni future”.

Per modificare gli spazi per l’apprendimento – “lo dico con particolare coinvolgimento, da insegnante, lo spazio cambia la visione”, ha chiosato Giannini – ci saranno 300/350 milioni. Per la formazione degli insegnanti sono previsti 140 milioni sempre nei cinque anni: ci saranno circa 2mila insegnanti che diventeranno “responsabili digitali” in ogni scuola: “Per loro si sta pensando una formazione anche internazionale, con relazioni in essere con dipartimenti universitari di altri Paesi”, ha annunciato il ministro.

L’ultimo capitolo – “nel corso di una generazione cambierà la visione del Paese”, ha pronosticato il ministro – sono le competenze e i metodi con cui si insegna nelle scuole. “Abbiamo centinaia di buone pratiche, dobbiamo metterle a sistema – ha detto – Nel Piano Scuola Digitale la figura dello studente cambierà radicalmente. Uno studente che studia molto, rielabora molto ma che non partecipa e non è interattivo sarà svantaggiato nel nuovo mondo che si sta costruendo e che prevede un costante processo di interazione tra studenti e insegnanti”. Per questo obiettivo saranno stanziati 200 milioni di euro.

Come spiegato da Paolo Barberis, consigliere per l’Innovazione del premier Matteo Renzi, il Piano nazionale scuola digitale si inserisce nel programma più generale di crescita digitale avviato dal governo. “Vogliamo creare un nuovo sistema operativo di Paese – ha spiegato Barberis – eliminando i gap digitali tra i cittadini per riallineare il Paese verso il futuro. In questo senso la scuola svolgerà una ruolo chiave ovveri quello di diventare piattaforma abilitante di innovazione e cultura digitale”.

“Oggi è davvero un bel giorno per l’Italia. Dall’implementazione di questo piano dipende in larga misura il futuro del Paese. La formazione digitale di studenti e insegnanti è forse la tessera più importante del grande mosaico su cui si sta articolando la trasformazione competitiva della nostra economia – ha detto Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale in occasione della presentazione del piano nazionale – Nessun lavoro, nessuna azienda, nessuna amministrazione pubblica potrà prescindere dall’innovazione digitale”.

“Declinato nel manifatturiero, nei servizi, nell’artigianato – ha detto ancora Catania – il digitale è candidato a diventare la prima fonte di crescita e occupazione. Da questa consapevolezza nasce il protocollo d’intesa fra Miur e Confindustria Digitale in cui la federazione è impegnata a offrire il massimo sostegno nell’attuazione del piano mettendo a disposizione la propria capacità di mobilitare risorse e competenze delle aziende associate.

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