Un “educatore digitale” in ogni istituto scolastico. E’ una delle principali novità contenute nella proposta di legge della deputata Pd Anna Ascani, che sarà discussa a settembre in commissione Cultura a Montecitorio. In un’intervista all’agenzia Dire la deputata spiega che l’intento della proposta è “evitare scuole di serie A e di serie B. Non ci può essere un istituto cablato con iPad e a pochi chilometri un altro che fa solo lezioni frontali e non ha neanche una connessione. Ovviamente non vogliamo annullare le eccellenze ma garantire a tutti degli standard minimi”.
All’educatore digitale spetterà il compito, all’interno del collegio dei docenti, di coordinare i docenti e gli studenti, sfruttando al massimo le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Nelle intenzioni della parlamentare c’è che la sperimentazione parta nell’anno scolastico 2014-2015 dalle scuole secondarie, per poi andare a pieno regime anche nelle primarie.
Nello specifico, il progetto mira all’introduzione dell’ insegnamento di “educazione e cittadinanza digitale” nelle scuole, recependo le raccomandazioni di Bruxelles per la crescita di Europa 2020. “Credo – sostiene Ascani – che sia proprio in un momento come questo che vadano stabilite delle priorità negli investimenti che nella scuola mancano da anni. Alcuni istituti hanno già sviluppato autonomamente progetti sul digitale, quindi direi che si può fare e lo si può fare anche grazie al collegamento con i privati”.
Sul tema interviene anche Antonio Palmieri, parlamentare di Forza Italia e membro della commissione Cultura: “Sul digitale nelle scuole in Italia non siamo all’anno zero, dal 2001 a oggi sono stati approvati diversi provvedimenti che hanno avviato progetti di digitalizzazione – afferma -. Ora, prima di pensare a ulteriori finanziamenti, occorre fare una ricognizione dell’esistente in tutti gli istituti per capire a che punto siamo”. “Vanno verificate le strutture – prosegue – L’attuazione dei provvedimenti e gli stanziamenti varati dai ministri Moratti, Gelmini, fino a quelli decisi da Profumo e Carrozza“. Poi sarà importante “verificare “l’abilità degli insegnanti a usare le nuove tecnologie: il fattore umano – spiega Palmieri – è decisivo in questo campo. C’ è proprio un gap di approccio da superare nell’uso degli strumenti digitali nell’insegnamento ai ragazzi. Non dobbiamo essere superficiali perché magari i cosiddetti nativi digitali non hanno nozioni di privacy e soprattutto non hanno l’ esperienza di vita degli adulti”.