IL REPORT

Scuola digitale? In Italia ancora troppo analfabetismo informatico

Secondo i risultati di uno studio a firma di Lo Stilo di Fileta e Docety, il 96% della popolazione è favorevole a introdurre stabilmente sistemi di formazione online anche dopo l’emergenza. Ma oltre il 40% ha ancora scarsa dimestichezza con pc e piattaforme. E sulla strada resta l’ostacolo “resistenza”

Pubblicato il 17 Mar 2020

D. A.

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Il 96% degli Italiani sarebbe favorevole a introdurre stabilmente sistemi di formazione online anche dopo l’emergenza sanitaria che sta vivendo il mondo intero, ma per due intervistati su tre il Paese non è pronto a digitalizzare il proprio sistema di istruzione. A sostenerlo è una ricerca realizzata su oltre 600 utenti dal centro di ricerca Lo Stilo di Fileta e Docety, piattaforma di e-learning che ha messo a disposizione gratuitamente i propri servizi a scuole e università chiuse per il coronavirus nell’ambito dell’iniziativa di solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione.

I freni all’e-learning sono molti, ma i giovani si dichiarano più ottimisti

La scarsa alfabetizzazione informatica (41%), insieme a cultura e abitudini poco favorevoli al cambiamento (29%) sarebbero le principali ragioni alla base della diffidenza verso l’adozione di sistemi che favoriscano le lezioni a distanza. A pesare sulla digital transformation della scuola contribuirebbero anche la mancanza di infrastrutture – indicata dal 19% del campione – e l’assenza di volontà politica (10%). Quando agli utenti è stato chiesto se l’Italia fosse pronta alla digital transformation della scuola, quelli con meno di 18 anni si sono dimostrati i più ottimisti: il 42% ha risposto sì. Tra gli scettici invece rientrano l’89% di coloro che possiedono un dottorato, e gli italiani all’estero: il 71% di loro ritiene che l’Italia non sia in grado di sfruttare l’e-learning per scuole e università.

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Cosa vogliono imparare online gli italiani e con quali modalità?

Software e informatica sono le skill più richieste online: circa la metà del campione (48%) vorrebbe ricevere formazione su questi argomenti. Tra i più interessati alla tecnologia ci sono i Gen Z, che pesano per il 51% del totale. Seguono lingue straniere (14%), formazione per concorsi (12%), hobby e fai da te (6%), arte e disegno (6%) e musica (3%). Solo l’1% non è interessato alla formazione online, mentre un 10% non sa rispondere.

Il 45% degli intervistati preferirebbe formarsi attraverso videocorsi preregistrati. Tra gli studenti sotto i 18 anni, li sceglierebbe il 39%, ma la percentuale sale al 50% tra gli utenti nella fascia universitaria (18-24). Tuttavia, il tipo di formazione complessivamente più apprezzata (55%) è quella “live”. In particolare, 1 italiano su 4 vorrebbe fare lezioni private online, soprattutto tra gli utenti più adulti (35-60 anni). Il 37% di loro apprezza questa forma di apprendimento “1 on 1” che favorisce una comunicazione bidirezionale con il docente, senza rinunciare alla flessibilità del web. 1 utente su 3, infine, sceglierebbe invece il modello dei webinar (seminari online), un approccio interattivo “uno a molti”, che piace soprattutto agli studenti sotto i 18 anni (33%).

“L’emergenza sanitaria offrirà alla scuola l’opportunità di sperimentare nuove modalità didattiche, che altrimenti avrebbero impiegato anni ad affermarsi”, dichiara in una nota Nicola Palmieri, Ceo e cofondatore di Docety. “I dati della nostra ricerca dimostrano che gli studenti di ogni età sono pronti ad affrontare questo cambio di paradigma e, anzi, lo richiedono. E’ arrivato il momento per la scuola e i docenti di fare la differenza in questo momento critico e Docety sarà a completa disposizione di tutti coloro che vorranno iniziare da subito a fare lezioni online, offrendo gratuitamente la propria piattaforma”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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