VIA AL MANDATO NEGOZIALE

Semiconduttori, il Parlamento Ue accelera sulla strategia

Due i progetti sul tavolo: il Chips Act, che mira a rafforzare la capacità tecnologica e l’innovazione a livello continentale, e il Chips Joint Undertaking per aumentare gli investimenti. Prossimo step: il confronto con il Consiglio

Pubblicato il 16 Feb 2023

europa3, chip

Avanzano i due dossier dell’Ue sui semiconduttori, che daranno all’Europa la capacità tecnologica e finanziaria per sostenere la propria industria dei chip. Il Parlamento europeo ha infatti definito la sua posizione negoziale su due progetti di legge: ilChips Act“, che mira a rafforzare la capacità tecnologica e l’innovazione nel settore dei semiconduttori, e l‘impresa comune “Chip” per aumentare gli investimenti e rafforzare l’ecosistema industriale europeo dei semiconduttori. Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con i governi Ue su entrambi i dossier.

In entrambi i casi il centro dell’attenzione degli eurodeputati è su quattro specifici aspetti: la capacità dell’Unione europea di fare ricerca e sviluppo, l’attrazione di talenti, la sicurezza della supply chain e la dotazione finanziaria, che va aumentata, secondo la posizione dell’Europarlamento, perché il bilancio offerto dalla Commissione e dal Consiglio sia adeguato a sostenere la sfida tecnologica e geopolitica legata all’industria dei semiconduttori.

Chips Act, la posizione del Parlamento Ue

Per quanto riguarda il Chips Act i deputati hanno approvato il testo adottato dalla commissione industria, che propone misure per sostenere la produzione di semiconduttori di nuova generazione e dei microchip quantistici, e la creazione di una rete di centri per affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti in materia di ricerca, progettazione e produzione. Si vogliono inoltre sostenere i progetti che mirano ad aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Ue, attirando investimenti e sviluppando la capacità produttiva.

Il mandato negoziale del Chips Act è stato approvato senza voto, a norma dell’articolo 71.2 del regolamento.

Il relatore per il Chips Act Dan Nica (S&D, RO) ha dichiarato: “Il Chips Act dell’Ue dovrebbe affermare l’Europa come attore chiave nell’arena globale dei semiconduttori. Non solo il bilancio deve essere commisurato alle sfide ma l’Ue deve essere leader nella ricerca e nell’innovazione, avere un ambiente favorevole alle imprese, un processo di autorizzazione rapido e investire in una forza lavoro qualificata per il settore dei semiconduttori”.

Misure contro la crisi dei chip

In particolare sulle difficoltà lungo la supply chain dei chip i deputati vogliono istituire un meccanismo di risposta alle crisi basato sulla valutazione della Commissione dei rischi per l’approvvigionamento di semiconduttori e su una serie di indicatori negli Stati membri, che potrebbero far scattare un’allerta a livello europeo.

Tale situazione consentirebbe alla Commissione di introdurre immediatamente misure di emergenza, come stabilire una lista di priorità per la fornitura di prodotti particolarmente colpiti dalla carenza, o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri.

L’iniziativa Chips per l’Europa

In una votazione separata i deputati hanno adottato con 594 voti a favore, 15 contrari e 27 astensioni la proposta di impresa comune Chip, che attua le misure previste dalla “Iniziativa Chips per l’Europa”. L’iniziativa mira a sostenere lo sviluppo di capacità su larga scala attraverso investimenti in infrastrutture di ricerca, sviluppo e innovazione accessibili a tutta l’Ue.

La relatrice sull’impresa comune Chip Eva Maydell (Ppe, BG) ha dichiarato: “I microchip sono parte integrante della transizione digitale e verde dell’Ue, nonché della nostra agenda geopolitica. Chiediamo nuovi finanziamenti che riflettano l’importanza strategica del settore europeo dei chip. Anche i partner e i concorrenti dell’Europa stanno investendo molto nei loro impianti di semiconduttori, nelle loro competenze e nell’innovazione. Forse non abbiamo l’enorme potenza finanziaria degli Stati Uniti, ma il bilancio offerto dalla Commissione e dal Consiglio deve riflettere la serietà della sfida”.

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