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Sla, a Torino si sperimenta la teleassistenza

L’ospedale Molinette battezza il progetto di monitoraggio a distanza dei pazienti domiciliati

Pubblicato il 27 Nov 2014

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Un servizio che “nasce dalla necessità di garantire una continuità assistenziale a pazienti che sono domiciliati, andando oltre i controlli effettuati dal medico di base”. A parlare è il professor Adriano Chiò, direttore del Centro regionale esperto per la sclerosi laterale amiotrofica dell’ospedale Molinette della città della salute di Torino, una struttura che da oltre dieci anni porta avanti una serie di progetti di assistenza domiciliare ai pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, istituendo servizi di visite mediche e psicologiche domiciliari specialistiche.

Un percorso, quello intrapreso, che si basa sul modello delle cure simultanee interdisciplinari e procede con ottimi risultati sia in termini di numeri di pazienti seguiti, e di soddisfazione da parte degli stessi, sia per quanto riguarda la ricaduta sugli aspetti economico-sanitari. Nello specifico Chiò fa riferimento al primo progetto sperimentale in Italia di telesorveglianza medica ai pazienti con insufficienza respiratoria (un’evoluzione rispetto ai classici progetti di telemedicina e che, pur mantenendo un elevato il livello di assistenza, ha un costo inferiore anche per la riduzione degli accessi in pronto soccorso e dei ricoveri) e al servizio di consulenza logopedica domiciliare. Sono 42 i pazienti inseriti nel progetto “che nell’ambito del finanziamento regionale arriverà a 50 persone monitorate”, spiega Chiò.

Quindi ne illustra le caratteristiche: “Mi riferisco alla presenza di strumenti di monitoraggio quotidiano che permettono l’esplorazione di diversi ambiti clinici al domicilio dei pazienti che utilizzano la ventilazione meccanica; non solo quindi i livelli di ossigeno, ma l’entità delle secrezioni, la frequenza respiratoria, la capacità deglutitoria, con possibilità di collegamento visivo attraverso video chiamate con uno pneumologo del Cresla, che ha il compito di monitorare giornalmente ogni paziente”. Pazienti, ma anche i loro famigliari o assistenti, che ricorrendo a strumenti touch screen – “dunque devono saper usare un tablet”, precisa Chiò – inviano al pneumologo le informazioni giornaliere e bisettimanali in via telematica. Da parte sua, il servizio di consulenza logopedica ambulatoriale e domiciliare permette di scegliere in modo individualizzato i migliori strumenti di comunicazione aumentativa alternativa per i pazienti che, a causa della malattia, non sono più in grado di comunicare attraverso la parola e la scrittura (per esempio i comunicatori a comando oculare). “Spero che il nostro servizio possa essere d’esempio, estendendosi ad altre realtà”, conclude Chiò.

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