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Smart building, il risparmio energetico farà impennare i progetti: attesa una crescita del 150%

Le stime di Juniper Research: gli edifici dotati di tecnologie innovative saliranno a 115 milioni entro il 2026 dagli attuali 45 milioni. L’efficientamento dei consumi diventa la priorità per privati e aziende. La disponibilità di funzionalità evolute per la gestione digitale protagonista della domotica

Pubblicato il 28 Mar 2022

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Gli edifici dotati di tecnologie smart sono destinati a passare dai 45 milioni di oggi ai 115 milioni del 2026, con una crescita del 150% in 5 anni. A evidenziarlo è la nuova ricerca “Smart Buildings: Key Opportunities, Competitor Leaderboard & Market Forecasts 2022-2026”, realizzata da Juniper Research. In cima tra i driver che guidano questa crescita sostenuta c’è la ricerca di un sempre più attento efficientamento dei consumi energetici, che riguarda tanto i singoli inquilini privati quanto le aziende e le loro sedi, insieme alla necessità di disporre di soluzioni che rendano gli ambienti sempre più accoglienti per chi li occupa.

Abilitare gli edifici al monitoraggio e all’automazione di una serie di funzioni, secondo i risultati della ricerca, significa sempre più mettere le basi per efficientare in maniera crescente i costi, riuscendo contemporaneamente a migliorare l’ambiente per i lavoratori e per i residenti, soprattutto nel momento in cui si possa disporre di piattaforme di analisi che siano in grado di sfruttare al meglio i dati che si possono raccogliere sugli edifici.

Andando più nel dettaglio, dallo studio di Juniper Research emerge che a essere più interessati da questa transizione verso gli smart building sono gli edifici non residenziali, che da soli totalizzano il 90% della spesa nel settore, una percentuale destinata a rimanere costante tra il 2022 e il 2026. A motivare questa tendenza c’è il fatto che proprio gli edifici non residenziali sono quelli per i quali è possibile realizzare migliori economie di scala, grazie anche a una propensione più spiccata delle aziende verso il lato commerciale delle tecnologie per gli smart building.

“Gli operatori che mettono sul mercato piattaforme per gli smart building – spiega Dawnetta Grant, co-autrice della ricerca – concentreranno comprensibilmente il proprio focus sugli edifici non residenziali e sugli use cases collegati, dai quali è lecito prevedre un ritorno sugli investimenti più forte, anche se non metteranno da parte l’importanza degli sviluppi delle tecnologie sul versante residenziale, man mano che le preoccupazioni sulle questioni ambientali sono più diffuse”.

Tra le più importanti conseguenze di questi trend c’è, secondo Juniper Research, un utilizzo sempre più pervasivo di sensori, le cui spedizioni nel 2026 supereranno la soglia del miliardo di pezzi, contro i 360 milioni del 2022, con una crescita del 204%. Proprio i sensori, combinanti con piattaforme intelligenti per la gestione delle funzioni degli edifici, consentiranno agli smart building di adattarsi al meglio a ogni condizione, gestendo in tempo reale funzioni come quelle legate all’illuminazione, al riscaldamento e alla ventilazione degli ambienti. Per questo, secondo lo studio, sarà fondamentale la collaborazione tra gli operatori coinvolti nella gestione degli edifici intelligenti con le società specializzate in intelligenza artificiale, per sfruttare al massimo i benefici dell’automazione.

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