LA PARTNERSHIP

Smart car, a Rovereto il primo circuito stradale per i test

Il progetto nasce all’interno del polo della meccatronica dalla collaborazione tra Fca e Trentino sviluppo. Sul circuito verranno effettuate le sperimentazioni per veicoli connessi, cooperativi e a guida autonoma

Pubblicato il 02 Ott 2017

Antonello Salerno

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Un circuito stradale ipertecnologico su un’area di 15mila metri quadrati per testare tecnologie per i veicoli connessi, cooperativi e a guida autonoma. A ospitarlo sarà il polo Meccatronica di Rovereto, hub tecnologico di Trentino Sviluppo, che è stato scelto da Fiat Chrysler Automobiles per realizzare il progetto insieme a partner locali, pubblici e privati. A visitare il Polo è stato oggi Sergio Marchionne, Ad di Fca, in Trentino per ricevere la laurea honoris causa in ingegneria meccatronica conferitagli dall’università dagli studi di Trento.

L’inaugurazione del centro per i sistemi intelligenti di trasporto, primo nel suo genere in Italia, nato dalla partnership tra il Centro ricerche Fiat e Polo Meccatronica, è prevista entro la fine del 2018. Il progetto, si legge in una nota, si inserisce nell’accordo firmato lo scorso maggio dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda con il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, per contribuire alla creazione dell’auto del futuro.

La pista, chiusa al traffico e adattabile a tutte le esigenze simulative, servirà a studiare e sperimentare sistemi avanzati per la sicurezza preventiva, basati sulle applicazioni di sistemi connessi e cooperativi che permettono di vedere “oltre il campo di vista” dei sensori ad oggi presenti sui veicoli (camera; radar; ecc). Il tutto in un contesto urbano, che presenta un maggior numero di variabili capaci di influenzare lo scorrimento viario rispetto a quello autostradale: la presenza di ostacoli, pedoni, animali, incroci, rotatorie, piste ciclabili, semafori, segnaletica stradale, richiede infatti un’adeguata validazione delle tecnologie coinvolte.

Attraverso le tecnologie di connettività di nuova generazione, e in previsione del 5G, le auto e i centri di controllo del traffico potranno presto scambiarsi informazioni, aumentando il margine di sicurezza dei veicoli, con l’obiettivo di estendere la capacità dei mezzi di interpretare gli scenari che si presentano di continuo sulla strada.

“Il veicolo del futuro sarà sempre più connesso e cooperativo fino a diventare autonomo e si andrà verso una mobilità molto diversa da quella attuale – afferma Antonio Fuganti, direttore del Centro Ricerche Fiat di Trento – Dovremmo costruire automobili sempre più intelligenti ma anche ‘smart roads’ per migliorare la sicurezza di chi sta al volante. Per farlo bisogna ‘sensorizzare ed infrastrutturare’ autostrade e strade urbane, ovvero permettere loro di comunicare con il veicolo, e creare nuovi servizi, al fine di sfruttare in maniera ottimale il tempo che il conducente e le persone a bordo del mezzo utilizzano per i loro spostamenti”.

“In un mondo iperconnesso, in cui i veicoli saranno collegati ai device di chi li usa ma anche ai vari sensori delle smart city – aggiunge Flavio Tosi, presidente di Trentino Sviluppo – sempre più la sicurezza riguarderà non solo i comportamenti di chi è alla guida ma anche la protezione della tecnologia a bordo da tentativi di intrusioni informatiche. Per questo la collaborazione con i vari partner tecnologici e con i centri di ricerca del territorio, da Fondazione Bruno Kessler ai laboratori di prototipazione rapida ProM Facility da poco avviati in Polo Meccatronica, sarà mirata anche ad approfondire gli aspetti della cybersecurity dell’auto che verrà”.

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