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Smart city volàno per l’economia: 1,5 mln di posti di lavoro entro il 2023

Smart City Index di EY: in crescita la galassia delle città intelligenti italiane, ma si allarga il gap fra grandi e piccole. Milano resta saldamente al primo posto, Bari la più avanzata del Sud

Pubblicato il 15 Nov 2018

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Smart city al galoppo, ma cresce il gap fra grandi e piccole. Emerge dalla quarta edizione dello Smart City Index, rapporto EY, secondo cui Milano risulta la città più “intelligente” d’Italia, seguita da Torino e da Bologna.

La mappa analizza le 117 città capoluogo italiane classificandole in base a sviluppo di infrastrutture di rete, sensoristica, piattaforme dati, applicazioni mobili e web.

Le Smart City risultano più attrattive e competitive della media delle città italiane e rappresentano un volano dell’economia del Paese. Già oggi lo sviluppo delle tecnologie IoT ha generato un mercato pari a 3,7 miliardi di euro, mentre circa il 40% dei 2,5 milioni di posti di lavoro previsti nei prossimi cinque anni saranno creati proprio nelle città. Di questi, oltre 350mila saranno ad elevata specializzazione, legati ai diversi comparti della Smart City. Anche la nascita di nuove imprese trova nelle principali città l’ambiente più fertile per il loro sviluppo: circa 6mila startup e 400 tra incubatori e co-working sono collocati in ambienti urbani di medie e grandi dimensioni.

Anche quest’anno il podio resta saldamente nelle mani delle grandi città del Nord Italia. Milano, grazie soprattutto alle sue infrastrutture di trasporto pubblico e alle sue piattaforme digitali, accelera e soppianta Bologna, in testa alla classifica 2016, posizionandosi come città più smart e innovativa, in grado di confrontarsi alla pari con le città metropolitane delle altre regioni industriali europee.

Torino, che spicca per la diffusione della banda larga fissa e mobile e per il trasporto pubblico, si colloca al secondo posto della classifica, mentre Bologna, che scende in terza posizione, resta comunque la città che meglio ha saputo definire una strategia e una vision strutturate.

Roma e Firenze migliorano la propria posizione, classificandosi rispettivamente settima e ottava.

Le città di media dimensione continuano il percorso di crescita: cinque di loro si trovano nelle prime 10 posizioni. In particolare Modena, attraverso un percorso di ammodernamento delle infrastrutture e di sviluppo di piattaforme per l’erogazione dei servizi, guadagna la quarta posizione assoluta. Anche Trento, Bergamo, Parma e Brescia sono tra le prime dieci città più smart nella classifica generale. Da menzionare il forte progresso di alcune città del Sud, come Bari e Lecce che, grazie al significativo miglioramento nelle aree della sensoristica e delle piattaforme di servizi, risalgono la china.

“Le nostre città hanno investito sulle infrastrutture abilitanti e, pur con velocità diverse, sono diventate più connesse e intelligenti, sviluppando nuovi modelli di mobilità, sostenibilità e interazione con i cittadini – dice Donato Iacovone, Ad di EY in Italia e Managing Partner dell’area Mediterranea -. Oggi la sfida chiave delle Smart City si gioca sul piano culturale. Perché le città intelligenti possano generare valore per i cittadini e sviluppo per le aziende, occorre mettere in relazione l’offerta di servizi con la domanda, focalizzandosi sugli investimenti che hanno ricadute concrete e contribuiscono ad accrescere la cultura digitale”.

Significativo il ritardo delle città di piccole dimensioni: Mantova, la città piccola più smart, passa dalla quarta alla 22esima posizione della classifica generale. I dati evidenziano che, per realizzare una Smart City, è necessario disporre di una massa critica significativa di risorse e di un’ampiezza di mercato che oggi è presente nelle città con più di 80.000 abitanti.

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