IFA 2018

Smart Home, italiani conquistati dagli elettrodomestici connessi

I trend evidenziati a Berlino da uno studio Gfk: valore delle vendite cresciuto del 9% nei primi sei mesi del 2018. Ma c’è ancora spazio per crescere

Pubblicato il 31 Ago 2018

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Il mercato della smart home registra in Italia un andamento in crescita, ma mano che sul mercato sbarcano nuove soluzioni e nuovi dispositivi connessi. Anche se il trend è ancora più lento rispetto a quello in atto in altri Paesi come Francia, Germania e Regno Unito. E’ quanto emerge da uno studio presentato a Berlino durante Aifa 2018 da Gfk, società di ricerche di mercato.

Dai dati emerge che da gennaio a giugno 2018 le vendite di dispositivi smart nel nostro Paese sono cresciute del 5% (in numero di unità) e del 9% (per valore). “Il trend è ancora più positivo (+25% a valore) – spiega Gfk – se si escludono dal conteggio le Smart TV, che sono di gran lunga il prodotto connesso più venduto in questo momento”.

In ordine di prestazione la crescita più sostenuta è quella delle vendite dei grandi elettrodomestici, con un +39, e dei dispositivi per la domotica e la sicurezza (+27%). I piccoli elettrodomestici si assestano su un +8%, e l’home entertainment a +5%.

Quanto ai prodotti, quelli che hanno registrato il maggior gradimento degli utenti sono le lavatrici connesse, gli audio home system, categoria nella quale rientrano anche gli assistenti vocali, le lampadine Led e i sistemi di climatizzazione.

Gli spazi per una ulteriore espansione del mercato sono però ancora ampi. Secondo una survey realizzata in Italia da Gfk infatti la smart home viene citata solo dal 28% degli italiani tra le tecnologie veramente in grado di cambiare la nostra vita, dopo il mobile payment, le stampanti 3D e i dispositivi wearable. Soltanto il 5% degli italiani, inoltre, afferma di conoscere “bene” le possibilità della smart home (in Cina la percentuale sale al 25% e negli Usa al 22%). Nonostante questo però il 35% degli italiani dichiara di voler acquistare almeno un dispositivo smart nei prossimi 2 anni, e la percentuale potrebbe salire ulteriormente, secondo l’analisi di Gfk, se si riuscissero a ridurre alcune delle criticità che frenano la diffusione dei device per la smart home, come la percezione di un costo elevato, la scarsa conoscenza dei prodotti, i problemi legati alla stabilità della connessione internet e la compatibilità tra i device di marche diverse.

A facilitare la diffusione della smart home nei prossimi anni saranno gli assistenti vocali, che “grazie alla loro interfaccia basata su big data e intelligenza artificiale (AI) – spiega Gfk – sono in grado di apprendere e ricordare le preferenze degli utenti, in diversi contesti o attività”.

“Finora, uno degli ostacoli principali alla diffusione delle tecnologie smart nelle nostre case è stata la frammentazione dell’interfaccia utente – spiega Norbert Herzog, esperto Gfk per l’industria degli elettrodomestici – Ciascun dispositivo funzionava attraverso un’applicazione proprietaria e poteva interagire solo con apparecchi dello stesso brand. Un problema che oggi può essere superato grazie agli assistenti basati sull’intelligenza artificiale, che possono funzionare come hub casalingo, consentendo di governare tutti i dispositivi smart presenti in casa attraverso un’unica piattaforma. In questo modo, sarebbe possibile superare gli ostacoli originati dagli standard di rete, dai protocolli o dai sistemi proprietari e la smart home potrebbe finalmente esprimere al meglio le proprie potenzialità commerciali”.

Per dare un quadro più completo dell’andamento del mercato nel resto dell’Europa occidentale, basti pensare che nella prima metà del 2018 sono stati venduti oltre 16 milioni di dispositivi Smart Home in Germania, Gran Bretagna e Francia, dove il giro d’affari è stato pari a 5,4 miliardi di euro, con un +11% rispetto allo stesso periodo del 2017.

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