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Vicari sottosegretario alle smart city, per la prima volta il governo dà le deleghe

Le città intelligenti conquistano un posto nelle politiche del governo: “L’Italia soffre un’eccessiva frammentazione. Serve una strategia nazionale e un monitoraggio stringente dei progetti”

Pubblicato il 02 Lug 2014

Federica Meta

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Sarà il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari a seguire in prima persona il tema delle smart cities. “Per la prima volta questo governo – ha detto Vicari, intervenendo al convegno organizzato da Enel e Limes “Smart cities: il futuro delle città. Un’opportunità per l’Italia” – ha individuato un soggetto politico con delega specifica per le città intelligenti. è un segnale importante che il ministro Federica Guidi ha voluto dare sul piano politico per rimarcare la valenza che può avere per il nostro paese questa innovazione dei modelli di governo del territorio. a livello amministrativo non c’è ancora una direzione specifica, dal canto mio assicuro il massimo impegno e un approccio pragmatico”.

La delega attende solo la ratifica ufficiale: il decreto è infatti alla registrazione della Corte dei Conti. Per il sottosegretario Vicari la priorità è un’ampia campagna informativa a livello nazionale e in tempi brevi sulle smart cities “che porti esempi concreti ai cittadini sui benefici che derivano dalle città intelligenti”.

“I dati dell’Unione europea – ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo – parlano di una popolazione che per il 70% vive nelle città dove si consuma la gran parte dell’energia disponibile e dove si ha la più alta concentrazione di emissioni di gas. allora occorre guardare alle città in modo nuovo. Il concetto di smart deve avere come finalità l’umanizzazione della nostra società, rendendo più semplice la vita dei cittadini. Potremmo parlare di human smart cities. Un sistema che funzioni in modo efficiente e che si fondi sulla collaborazione tra tutti i soggetti che vivono il territorio: pubblica amministrazione, cittadini, imprese”.

“In Italia – ha detto Vicari, che ha alle spalle un’esperienza decennale da sindaco – i progetti sono frammentati ed è mancato finora un coordinamento, la collaborazione pubblico e privato è scarsa, come scarsa è l’interoperabilità dei dati, mancano criteri di monitoraggio sui progetti per le smart cities, manca una banca dati. Ecco allora dove si deve intervenire, definendo però prima di tutto una strategia nazionale”.

Per quanro riguarda i finanziamenti per sfruttare pienamente le opportunità che le smart cities possono offrire all’italia “ci sono e sono anche tanti”, ha voluto ricordare Vicari. “Le risorse più consistenti sono comunitarie – ha spiegato – Dai fondi per la politica di coesione, programmazione 2014-2020, all’Italia arriveranno 29,6 miliardi di euro e poi ci sono le risorse messe in campo dal programma Horizon 2020”. In dettaglio i quasi 30 miliardi potranno essere utilizzati per la riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche e residenziali e l’integrazione di fonti rinnovabili, attraverso: “smart buildings” grazie all’installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici; produzione di energia da fonte rinnovabile per interventi di efficientamento energetico; soluzioni tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica; incentivi per la riduzione di consumi energetici ed emissioni gas.

E ancora tra le finalità per cui potranno essere utilizzati questi fondi la realizzazione di smart grids, reti intelligenti di distribuzione dell’energia; la diffusione del teleriscaldamento e del teleraffreddamento per l’efficientamento energetico, aumento dello sfruttamento delle bioenergie. E, nell’ambito della mobilità, si guarda a un aumento della mobilità collettiva, alla gestione del traffico, alla mobilità sostenibile.

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