Smart manufacturing cioè smart product, anzi smart services. La metà dei prodotti che usciranno dalle fabbriche da qui ai prossimi due anni ci parlerà. E lo farà perché sempre più produttori hanno capito che altrimenti il loro business sarà destinato a scomparire.
“Il digital transformation journey delle aziende manifatturiere è incentrato anche sul Digital Engineering – spiega Lorenzo Candiani, Digital Manufacturing Expert di Capgemini -. I produttori stanno bilanciando due priorità: utilizzare il digitale per immettere più rapidamente sul mercato i prodotti legacy e investire in nuovi prodotti intelligenti per capitalizzare le opportunità derivanti dai ricavi sui servizi. A fare la differenza, una buona gestione dei dati e una nuova intelligenza dei processi legata a una serie di tecnologie ad alta integrazione. App, AI, Augmented and Virtual Reality, IoT, cloud, mobile, cybersecurity, Big Data e Analytics, solo per citarne alcuni, sono temi caratterizzati da una complessità enorme e vanno calati sulle specifiche e mutevoli esigenze del business che oggi viaggia su un sistema di rete che rappresenta l’enterprise nervous system di ogni branca produttiva”.
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Il valore dello smart manufacturing
Secondo gli analisti, da qui ai prossimi due anni, le capacità digitali del settore manifatturiero raddoppieranno. Il report Digital Engineering: The new growth engine for discrete manufacturers del Capgemini Research Institute rivela che entro il 2020 la metà dei prodotti sarà smart, cioè connessa e comunicante. Un cambio che movimenterà un business a nove zeri, pari a 685 miliardi di dollari. Quasi due aziende su 10 (18%) smetteranno addirittura di vendere prodotti per focalizzarsi su logiche di servizio evolute mentre più di 5 aziende su 10 (54%) affiancherà alla produzione nuovi servizi aggiuntivi. Meno di 3 aziende su 10 (27%), invece, continuerà a perseguire un modello di produzione tradizionale.
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Cosa significa smart manufacturing
Spostare il radar dell’attenzione dai prodotti ai servizi per le aziende che hanno intrapreso la via dello smart manufacturing significa continuare a investire e potenziare le proprie capacità digitali.
«La sfida sarà capitalizzare le opportunità service-driven per produrre in modo diverso – prosegue Lorenzo Candiani -, evitando di sovraffollare i magazzini per creare un’offerta basata veramente sulla domanda (ogni tipo di domanda). In che modo? Utilizzando al meglio le informazioni per integrare sistemi previsionali capaci di apprendere e di integrare nuovi dati utili a elaborare risposte contestuali, vale a dire puntuali e precise».
Questi dati, infatti, portano nuove vision, cambiando i tempi e i modi della produzione attraverso applicazioni progettate per digitalizzare lo sviluppo dei processi, aumentare la potenza di connessione e di rete, programmare nuove interfacce uomo-macchina. Alle competenze di tipo materiale, dunque, al mondo della produzione si affiancano quelle di tipo digitale: in primis data management, gestione e sviluppo di sistemi IT e applicazioni, networking.
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Anche l’innovazione entra in produzione
Spostare il modo di produrre e di lavorare su nuove linee di servizio basate sulla smartificazione di ogni prodotto e una ingegnerizzazione digitale estesa è una rivoluzione per il mondo industriale.
“I prodotti, grazie alle tecnologie diventano collaborativi – aggiunge l’Expert di Capgemini, Lorenzo Candiani – innescando un Product Lifecycle Management (gestione dell’intero ciclo di vita del prodotto, ndr) a valore aggiunto. Lo Smart Manufacturing ingegnerizza il ciclo di vita della produzione. Una sensoristica avanzata, a ciclo continuo e in tempo reale, genera informazioni, permettendo a tutti gli operatori della supply chain di lavorare in modo più veloce ed efficiente. Tracciabilità e rintracciabilità di componenti e prodotti finiti, associati all’identificazione univoca e alla geolocalizzazione, presidiano tutti i processi di gestione e distribuzione».
La possibilità di estendere l’interazione anche ai clienti finali alza la possibilità di ascolto e di attenzione dei brand. È così che si alza l’asticella della personalizzazione, utilizzando una nuova intelligenza, illuminata dai dati.
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Secondo lo studio del Research Institute di Capgemini da qui ai prossimi tre anni il 50% delle aziende del manufacturing investirà oltre 100 milioni di euro in piattaforme di PLM e soluzioni digitali per fare entrare l’innovazione in produzione. Allo stato attuale lo smart manufacturing contraddistingue solo un quarto delle imprese, che stanno utilizzando i dati in modo approfondito per innovare i prodotti e solo 2 aziende su 5 utilizzano l’Intelligenza Artificiale per analizzare i dati dei clienti. Nel complesso, oggi sono ancora poche le aziende che stanno facendo progressi significativi nell’ambito della cosiddetta ingegneria digitale.
Solo il 21% dei produttori è in una fase avanzata, con quasi un terzo che ha portato i progetti pilota in produzione. Anche l’uso di un’ingegneria di sistema basata su modelli, continuità dei dati e simulazione virtuali all’interno del settore è bassa; solo il 16% delle organizzazioni sta implementando sistemi di identificazione univoca e di geolocalizzazione sublimati in quei Digital Twin (rappresentazione digitale dello stato di un prodotto nello spazio e nel tempo – NdR) mentre il 45% delle aziende non è andata oltre la fase pilota.
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Numeri alla mano, oggi è il 54% delle organizzazioni ad aver istituito programmi atti a favorire la collaborazione con start-up, terze parti e fornitori. Tuttavia, meno di un terzo ha sfruttato questa opportunità per lo sviluppo congiunto di prodotti e servizi.
Smart manufacturing e innovazione data-driven
Oltre la metà delle aziende di produzione (56%) ammette di non avere ancora una cultura guidata dai dati.
L’uso dei dati che arrivano dai prodotti connessi, unitamente alla raccolta dei feedback che i clienti lasciano sui canali, sta sostituendosi alle indagini di mercato portando nuova potenza allo sviluppo di prodotti e servizi in una chiave di innovazione vincente. Le aziende, infatti, possono raccogliere moltissime informazioni preziose: dalla durata dell’uso alla frequenza di utilizzo, che consentono di analizzare le prestazioni del prodotto e di immaginare come migliorare la generazione di prodotti o servizi successiva. Oggi solo un quarto delle aziende intervistate utilizza i dati per fornire informazioni utili a innovare i prodotti.
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5 esempi di smart manufacturing
Le applicazioni dell’ingegneria digitale al mondo dello smart manufacturing sono diverse. Ecco 5 esempi che evidenziano i vantaggi del Digital Engineering a supporto della produzione:
- Identificare in maniera univoca componenti e prodotti permette di automatizzare le attività di picking, di assemblaggio e di preparazione dell’ordine, velocizzando la supply chain
- Agganciare alla progettazione sistemi di virtual testing che accelerano il rilascio dei prodotti, si riducono sensibilmente lo spreco di risorse e i costi di produzione.
- Utilizzare soluzioni di printing 3D non solo può azzerare i tempi associati alla filiera logistica ma in fase di progettazione consente di costruire prototipi che aiutano i team addetti alla modellazione a velocizzare osservazioni, analisi e fine tuning.
- Integrare nelle catene di montaggio sistemi di supporto basati sulla Realtà Aumentata fa sì che gli operai in fase di assemblaggio, installazione o durante le attività di manutenzione siano assistiti, guadagnando in precisione e velocità, con un azzeramento dei margini di errore.
- Creare un ecosistema digitale permette alle aziende di introdurre componenti di innovazione che rendono il business più connesso, più agile e più flessibile nel rispondere alla domanda dei mercati in continua evoluzione.