AGENDA DIGITALE

Smau, la via italiana alla Smart city

Strategie e ostacoli da rimuovere tengono banco al convegno milanese. Il sindaco di Torino Piero Fassino: “Ancora troppa burocrazia” mentre per Antonella Galdi (Innovazione Anci) “Comuni appesantiti dalla spending review”. Assegnati i premi ai progetti italiani più innovativi

Pubblicato il 18 Ott 2012

Federico Guerrini

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Si fa presto a dire Smart City. Realizzarle vuol dire comporre un puzzle culturale e normativo di non facile soluzione. “La via italiana alle città intelligenti”, come è emerso chiaramente dal convegno così intitolato che ha aperto la seconda giornata di Smau Milano, è ancora in cerca di un modello e lastricata di quelli che il sindaco di Torino Piero Fassino ha definito nel suo intervento “progetti presepe”, ossia “singole sperimentazioni di cui è poi difficile assicurare la replicabilità”. In primis perché mancano le risorse.

“I vincoli imposti dalla Spending Review e dal patto di stabilità hanno inciso fortemente sui fondi a disposizione dei Comuni – ha sottolineato la responsabile innovazione dell’Anci (l’associazione nazionale dei Comuni italiani), Antonella Galdi – capiamo la necessità di maggiore rigore, ma così si rischia di bloccare la crescita e lo sviluppo di progetti come quello delle Smart City”.

La quasi impossibilità di ricorrere a consulenze esterne, introdotta per prevenire abusi, per esempio, si rivela però un limite nel momento in cui è necessario far ricorso a competenze di alto livello tecnologico. Pesano inoltre la rigidità verticale burocratica e normativa dell’apparato statale (“la logica delle Smart City è invece una logica orizzontale, trasversale – ha chiosato Fassino) che vari amministratori ritengono sia aumentata col governo Monti, e, dal punto di vista della progettazione strategica, l’assenza al contrario di una visione unitaria, di una “cabina di regia” che dia coerenza ai vari interventi in programma.

Molte speranze sono riposte nell’Agenda Digitale che, ha commentato Giancarlo Capitani presidente NetConsulting e docente al Politecnico di Milano, “imponendo la digitalizzazione in maniera quasi coatta, può far fare un salto di qualità al Paese, con ricadute positive anche sulle comunità locali”. “Il divario con l’Europa, per quanto riguarda le Smart City – ha proseguito Capitani – sta però aumentando”. In particolare il programma Europe 2020 ha messo in atto strategie concrete e coordinate per lo sviluppo delle città intelligenti attraverso la cooperazione di imprese, amministrazioni e cittadini, considerando tre aree specifiche di interesse, come l’impiego di nuove tecnologie, l’energia e la mobilità”. Ciononostante “il 2012 è un anno di svolta, perché ha segnato un salto di qualità rispetto al passato: a cominciare dai bandi Miur. In secondo luogo, il Decreto Sviluppo ha avuto un impatto molto positivo, e soprattutto il merito di aver messo al centro l’esigenza di digitalizzazione e informatizzazione del sistema Paese”.

Nel resto del continente c’è una maggiore capacità di attingere ai fondi comunitari, maggiore ricorso alle partnership fra pubblico e privato, magari, come ha proposto il vice presidente di Hp per i Servizi d’Impresa, Michele Cutillo, in un’ottica di revenue sharing “grazie alla quale l’imprenditore partecipa agli utili ma si assume anche parte del rischio”.

Mancano infine, in Italia, quelle che altrove vengono definite “città Faro”, metropoli che si assumono il ruolo di guida ed esempio come fanno per esempio Berlino, Barcellona, Stoccolma o Londra, anche se un ruolo interessante, in prospettiva, potrebbe giocare Milano, che “in previsione dell’Expo 2015 – ha ricordato Giuseppe Goria di Accenture – sta sviluppando e implementando diverse soluzioni, attraverso la cabina di regia di Expo Spa”.

L’importante è che l’innovazione sia davvero al servizio dei cittadini e non un semplice sfoggio di tecnologie di ultima generazione. “In un momento in cui 8 milioni di persone nel nostro Paese, l’11% della popolazione – ha affermato cifre alla mano Galdi – vivono in condizioni di povertà relativa, e 3,5 milioni in povertà assoluta, qualsiasi progetto di Smart City deve partire prima di tutto da un’analisi dei bisogni reali delle persone”.

Per Cristina Farioli, direttore Sviluppo e Innovazione Ibm Italia “il primo passo da compiere è creare una cultura dell’innovazione mirata, sul territorio: bisogna ascoltare la città e i cittadini. L’innovazione in Italia si fa, si sta già facendo, ma bisogna concertarla e integrarla con la storia, la tradizione, la conformazione delle singole città. È necessario, a partire da un modello condiviso, disegnare soluzioni su misura di ogni città, come Ibm sta già facendo da tempo, diffondendo dei bandi mirati: per il 2012, a titolo esemplificativo, Siracusa ha vinto un servizio di consulenza specializzata Ibm”.

Ferruccio Borsani, Direttore Divisione Business di Vodafone Italia, rileva, invece, il rischio che aumenti sempre più il divario tra pubblico e privato, “perché ci stiamo muovendo a due velocità: la macchina burocratica statale è sempre più ingombrante, mentre noi al contrario, per restare competitivi, siamo chiamati a innovarci costantemente e in modo rapidissimo. La creazione di una cabina di regia che è stata qui proposta deve definire innanzitutto gli obiettivi primari, stabilire gli ambiti in cui si deve intervenire subito: viste le difficoltà attuali, un’attenta valutazione delle priorità è quantomeno necessaria.”

Intanto si assegnano al Comune di Venaria Reale (To), al Comune di Venezia e alla Provincia autonoma di Trento i premi Smart City per i casi più innovativi di sviluppo di città intelligenti raccolti dall’Osservatorio Smau – Politecnico di Milano nel 2012.

Il Comune di Venaria riceve il premio per la creazione di una smart card multifunzione che permette ai genitori di prenotare i pasti per i propri figli alla mensa degli istituti scolastici della Provincia, di gestire la raccolta rifiuti, di fruire di alcuni servizi sanitari, anche tramite app Mobile. Al momento le smart card fornite sono circa 18.000, a fronte di una popolazione di circa 35.000 persone.

La città di Venezia ha avviato il progetto di Cittadinanza Digitale per far arrivare la banda larga a tutti i cittadini e turisti della laguna e ha avviato una serie di iniziative più localizzate di valore. Telepago (Venis SpA) è sistema di pagamento dei parcheggi sulle strisce blu da cellulare, grazie all’invio di un sms piattaforma sms (Comune di Venezia attraverso Venis SpA): evoluto sistema di invio di sms ai cittadini per segnalare informazioni rilevanti (es. allarme maree e rischio idraulico, variazioni percorso scuolabus). L’iniziativa Ztl Avm si basa su sim inserite all’interno delle telecamere che si trovano sugli accessi alle Ztl per controllo accessi in tempo reale e controllo remoto delle telecamere, permettendo una più semplice riscossione delle sanzioni . Il progetto gestione flotte permette la localizzazione tramite sim dei vaporetti e degli autobus per comunicare alla clientela eventuali ritardi o variazioni di percorso.

La Provincia autonoma di Trento ha sviluppato in collaborazione col partner tecnologico Arpa un innovativo progetto pilota costituito da un sistema di monitoraggio capillare della qualità dell’aria al fine di individuare e controllare 3 tipologie di gas nocivi.

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