STRATEGIE

Social media manager, nasce la prima associazione italiana. Pirrone alla guida

Ansmm punta al riconoscimento dei professionisti e alla difesa dei loro diritti. Alla presidenza il social media manager famoso, tra l’altro, per le sue campagne per Taffo: “Fondamentale l’istituzione di un ente di formazione professionale e la certificazione delle competenze”

Pubblicato il 15 Lug 2022

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I social media manager si associano. Nasce Ansmm, Associazione Nazionale dei Social Media Manager, la prima forma organizzata di rappresentanza per una figura professionale sempre più diffusa e che, nelle forme individuali, societarie o del lavoro dipendente, conta oggi in Italia molte decine di migliaia di lavoratori, di cui quasi 10.000 nella sola pubblica amministrazione.

Gli obiettivi dell’associazione

L’associazione, senza scopo di lucro, ha come priorità il riconoscimento e la tutela della professione del social media manager. Alla guida, in qualità di presidente, Riccardo Pirrone, pubblicitario e social media manager famoso per campagne social di successo come quelle di Taffo, che conosce bene rischi e responsabilità che affronta chi lavora in rete. “Il social media manager è un professionista a tutti gli effetti, come un avvocato, e l’obiettivo non è creare un albo, ma riconoscere una professione strategica – spiega Pirrone – per cui vogliamo diventare associazione di categoria, con un nostro codice Ateco per  tutelare ruolo e retribuzione del di chi fa questo lavoro, ma anche per  intervenire nel dibattito pubblico e far capire che un social manager  con competenze certificata”. Affiancano Pirrone, il vicepresidente Renato Scattarella, segretaria e tesoriera Tania Varone e l’avvocata Alberta Antonucci, membro direttivo del Comitato.
Ansmm punta anche a difendere gli interessi della categoria, rappresentando gli iscritti in sede sindacale e nelle contrattazioni collettive, supportandoli nelle controversie, nelle vertenze di lavoro, nelle pratiche fiscali e tributarie. Inoltre, sta elaborando studi e proposte sui problemi economici che interessano i propri associati.
Fondamentale sarà l’istituzione di un ente di formazione professionale e la certificazione delle competenze per gli aspiranti professionisti dei social, che dovranno aiutare, così, la promozione di un’etica digitale su Twitter, Facebook, Instagram, Linkedin, TikTok e Metaverso – sottolinea ancora Pirrone – Anche in una fase concitata come una cristo di governo, come quella che stiamo vivendo in queste ore, la figura del social media manager deve essere in grado di moderare e trasmettere i messaggi chiave alla community che dialoga all’interno del social media. Per quanto riguarda la transizione, secondo Pirrone, “c’è un problema non solo a livello di collettività, che non comprende ancora a fondo tutta l’importanza del lavoro del social media manager, ma anche a livello delle imprese, che ancora oggi – spiega – non riescono a digitalizzarsi perché non si fidano del mezzo e si non affidano completamente a dei professionisti proprio perché non sono riconosciuti come tali”.
Per gli associati saranno realizzati appuntamenti di studio e confronto e, naturalmente, strumenti di comunicazione digitale quali gruppi social e mailing-list.

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