IL CASO

Social networks, l’Onu chiede regole. E scoppia lo scontro Facebook-Apple

Il segretario generale Guterres esprime preoccupazione sulla mole di dati trattati e la mancanza di controllo delle informazioni. Intanto Zuckerberg minaccia di portare in tribunale la Mela per pratiche anticoncorrenziali. Tim Cook al contrattacco: “Algoritmi creano cospirazioni, perdita di fiducia e violenza”

Pubblicato il 29 Gen 2021

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Sul terreno del potere accumulato dai social network e delle regole che dovrebbero essere messe in campo su scala internazionale per limitarne l’influenza scende in campo in prima persona anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che si dice “seriamente preoccupato” dalla situazione, e cita come esempio il fatto che non dovrebbe essere un’azienda privata ad avere il potere di decidere se e quando il profilo social del presidente degli Stati Uniti debba essere chiuso. Il riferimento è alla decisione di Twitter, Facebook, Youtube e altre piattaforme di sospendere l’account di Donald Trump dopo l’assalto della folla a Capitol Hill e in attesa dell’insediamento del suo successore alla Casa Bianca, Joe Biden. Guterres nel suo intervento al Palazzo di Vetro sottolinea la necessità di un meccanismo in cui le decisioni delle piattaforme possano rispondere a un framework di regole che fissino i paletti attorno ai quali i social possano muoversi. per le attività dei social.

E mentre a New York si parla di regole Apple e Facebook arrivano ai ferri corti: da una parte Facebook sarebbe pronta a portare in tribunale la casa di Cupertino per le sue policy verso gli sviluppatori nell’App Store, con l’accusa di comportamenti anticoncorrenziali, ed all’altra il Ceo di Apple lancia un attacco particolarmente violento contro Facebook, sostenendo che gli algoritmi su cui si basa sono fatti per “perpetuare le cospirazioni”.

La posizione di Antonio Guterres

“Non penso che possiamo vivere in un mondo dove troppo potere è concentrato nelle mani di poche aziende”, ha detto in una conferenza stampa Guterres riferendosi alla chiusura decisa da Twitter dell’account di Donald Trump, attivo da 12 anni e seguito da 89 milioni di follower. Il segretario generale delle Nazioni Unite si è detto “particolarmente preoccupato” dal potere accumulato dai social network, “dal volume di informazioni che raccolgono su ognuno di noi, e dalla mancanza di controllo che abbiamo sulle informazioni che ci riguardano. Questi dati possono essere utilizzati non soltanto per scopi commerciali o venduti a società pubblicitarie, ma anche utilizzati per modificare i nostri comportamenti, con il rischio che questo avvenga anche nel campo della politica per il controllo dei cittadini”. La situazione “richiede una seria riflessione”, sottolinea Guterres, aggiungendo che uno dei luoghi per questo dibattito potrà essere la “Roadmap for Digital Cooperation” lanciata a giugno dall’Onu, che ha l’obiettivo di “promuovere un mondo digitale più sicuro e giusto”. Gutterres propone anche un rafforzamento dell’Internet Governance Forum, che riunisce partecipanti del settore pubblico e privato, “per renderlo protagonista delle sfide digitali del momento”.

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Facebook prepara la causa contro Apple

Intanto secondo le anticipazioni pubblicate dalla stampa americana Facebook starebbe affilando le armi per una causa contro Apple: “”Come abbiamo detto più volte – è il commento di un portavoce del social, che però non conferma in modo ufficiale la denuncia in arrivo – crediamo che Apple si stia comportando in modo anti-concorrenziale utilizzando il suo controllo sull’Apple Store per guadagnare a danno degli sviluppatori di applicazioni e delle piccole imprese”. Il contenzioso nasce sull’ultima versione del sistema operativo della galassia Apple, che limita sui dispositivi l’accesso la possibilità per acebook di accedere ai dati sugli utenti, ostacolando così la possibilità che i social possano proporre agli utenti pubblicità mirate. Lo stesso Mark Zuckerberg nei giorni scorsi aveva parlato di Apple durante una videocall con gli investitori: “Apple ha tutte le carte per usare la propria posizione dominante sulla piattaforma e interferire con il modo in cui operano le nostre e altre applicazioni, cercando puntualmente di far preferire le loro – aveva denunciato – Apple può anche dire che lo fa a tutela dei propri clienti, ma le mosse tracciano chiaramente i loro interessi competitivi”.

Tim Cook: “Teorie della cospirazione alimentate dagli algoritmi”

La risposta di Tim Cook è particolarmente dura e diretta, e arriva da una conferenza stampa in cui il numero uno di Apple ha dato tutta l’impressione di riferirsi al social pur senza mai citarlo direttamente: “In un’epoca di disinformazione rampante e teorie della cospirazione alimentate dagli algoritmi, non possiamo più far finta di niente davanti a una visione della tecnologia secondo la quale tutto il coinvolgimento è coinvolgimento positivo, il tutto con l’obiettivo di raccogliere più dati possibile. Troppi stanno ancora chiedendo ‘quanto possiamo farla franca?’ quando dovremmo chiederci ‘quali sono le conseguenze?’. Quali sono le conseguenze non solo di tollerare ma anche di guadagnare da contenuti che minano la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni salvavita? Quali sono le conseguenze nel vedere migliaia di utenti entrare a far parte di gruppi estremisti e poi perpetuare un algoritmo che ne consiglia di più?”. “È ora di smetterla di fingere che questo approccio non abbia un costo di polarizzazione – prosegue Tim Cook – perdita di fiducia e sì, di violenza. Credo che l’anno passato e alcuni eventi recenti abbiano reso concreto il rischio di ciò per noi tutti, come società e come individui”.

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