PRIVACY

Sospese le intercettazioni negli Usa, Nsa “senza poteri”

Si blocca al Senato il Freedom Act che rivede le norme sulle intercettazioni telefoniche da parte delle agenzie di intelligence. Ma la nuova legge dovrebbe essere approvata a giorni: i dati saranno custoditi dalle telco

Pubblicato il 01 Giu 2015

Patrizia Licata

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Da ieri sera a mezzanotte gli Stati Uniti sono meno difesi contro i terroristi e lo resteranno almeno per un paio di giorni: lo riferiscono i media americani ripresi in Italia anche da La Stampa. L’autorità legale che consente alle agenzie di intelligence Usa di raccogliere i dati delle telefonate e altre comunicazioni è infatti scaduta a mezzanotte di domenica perché il Senato non è riuscito ad approvare la legge che estendeva questi poteri per le “spie” americane, garantiti dal Patriot Act.

Il Patriot Act è stato appoggiato dal presidente Bush dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 e accettato anche da Barack Obama, che vuole conservare i poteri di “spionaggio” pur riformandoli. E’ invece stato un candidato Repubblicano alla Casa Bianca, Rand Paul, a farli scadere.

La lotta al territorismo e la paura di nuovi attentati si è infatti negli ultimi anni intrecciata con le battaglia per proteggere la privacy dei cittadini, scatenata dalle denunce dell’ex consulente della Nsa Edward Snowden. Tra gli americani si è diffuso un senso di sfiducia verso il governo e il forte timore di pratiche invasive mascherate sotto i vessilli della lotta al terrore. Questo ha fatto sì che il Senato abbia già votato a favore di una riforma, lo Usa Freedom Act, che sostituisce il programma di controllo dei dati telefonici svelato da Snowden con nuove pratiche più rispettose della riservatezza delle comunicazioni. Tuttavia il Senato non ha approvato definitivamente la riforma in tempo per evitare che il vecchio programma scadesse e così per qualche giorno le agenzie di spionaggio si trovano di fatto senza potere di intercettare.

Secondo Reuters, il sì alla riforma è comunque una vittoria, sebbene parziale, per il Presidente Democratico Barack Obama, che ha fortemente voluto questa revisione delle norme per trovare un compromesso che permetta di difendere la privacy ma anche la sicurezza degli americani. Tuttavia l’approvazione finale al Senato è stata spostata ad almeno martedì per le obiezioni sollevate dal Senatore Rand Paul, che ha sempre attaccato il programma della Nsa come illegale e incostituzionale. Alcuni Senatori, tra cui Rand Paul, si sono opposti anche alle revisioni del Freedom Act, costringendo i colleghi a tornare in aula domenica sera per cercare una soluzione che non è arrivata. Obama ha definito questo comportamento irresponsabile, perché politicizza una questione di sicurezza, esponendo il Paese ad essere colpito dai terroristi.

Come risultato, dalla mezzanotte di ieri le agenzie di spionaggio sono svuotate dei poteri finora detenuti, come registrare le telefonate degli americani e conservarne i dati (ma non il contenuto), tenere sotto sorveglianza i “lupi solitari”, capaci di colpire in autonomia, passare in rassegna l’uso di molteplici cellulari usa-e-getta, e accedere ai documenti dei sospettati.

E’ comunque probabile, secondo i media americani, che la nuova legge passi presto al Senato consentendo di nuovo, pur se in altra forma, l’intercettazione delle comunicazioni telefoniche. In base al Freedom Act, i dati sulle chiamate sospette potranno ancora essere raccolti, ma saranno custoditi dalle compagnie telefoniche, e per ottenerli la Nsa avrà bisogno di chiedere l’autorizzazione da parte di un magistrato. In ogni caso, non sono i contenuti delle conversazioni ad essere spiati, ma altri metadati.

Gli esperti di intelligence chiariscono inoltre che un “vuoto” di pochi giorni nelle intercettazioni Usa non avrà grandi effetti immediati. E il governo americano può continuare a raccogliere informazioni su qualunque indagine di intelligence iniziata prima di ieri a mezzanotte.

Obama e i Democratici hanno fortemente sostenuto il Freedom Act; tuttavia la nuova legge potrebbe incontrare nuovi ostacoli nel dibattito al Congresso. L’uso delle intercettazioni resta controverso: non solo le associazioni dei consumatori chiedono protezioni più forti per la privacy, ma un panel voluto dallo stesso Obama ha concluso nel 2013 che i metadati raccolti coi programmi di sorveglianza non sono fondamentali nel prevenire gli attacchi terroristici. D’altro lato, gli esperti di security continuano a sostenere che tali dati sono importanti nella lotta al terrorismo, perché possono essere confrontati con altre informazioni raccolte nelle attività di intelligence.

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