Ventitré pagine, un documento esecutivo che fa parte di un testo più ampio preparato per la futura Commissione a guida Ursula von der Leyen, che si insedierà dopo il voto del Parlamento Europa, il prossimo primo di novembre. Ma ventitré pagine che potrebbero cambiare il corso della storia della tecnologia in Europa e nel resto del mondo.
Il funzionariato europeo, i dirigenti e i tecnici del Direttorato Generale per le reti di comunicazione, contenuto e tecnologia, avvertono infatti che l’Europa sta mettendo a rischio i suoi valori fondamentali e la sua influenza strategica a causa della dipendenza eccessiva dall’hardware e dal software dei computer forniti da altri paesi.
È un documento politico interno, che chiede un’azione urgente e delinea una proposta di “iniziativa per la sovranità tecnologica” che, a suo avviso, potrebbe invertire la tendenza.
Senza un cambio di direzione, le “basi della società europea e i suoi valori saranno sottoposti a una crescente tensione, perché fare affidamento su Paesi terzi significa fare affidamento sui loro valori”, è scritto nel documento riservato che è stato ottenuto dalla stampa internazionale. «La posizione e l’influenza dell’Europa nei mercati globali – continua il documento – verranno erose, influenzando la leadership europea e mettendo a repentaglio la nostra sovranità tecnologica nelle principali catene di valore strategiche industriali».
Il documento di 23 pagine, un singolo capitolo di un più lungo briefing, sembra essere stato preparato da alti funzionari europei che lavorano con Ursula von der Leyen, la quale a novembre sostituirà Jean-Claude Juncker come presidente della Commissione europea. Il Parlamento europeo in questi giorni sta vagliando le varie nomine della Commissione e ha già espresso pareri negativi su due candidati Commissari europei (questa è la seconda Commissione in cui, sulla base del trattato di Lisbona, il gradimento del Parlamento è vincolante). Per quanto riguarda le questioni della sovranità tecnologica e dell’intelligenza artificiale, di cui si parla in queste ore a Bruxelles, se confermate, saranno Sylvie Goulard (che viene scelta come commissaria per il mercato interno), e Margrethe Vestager (che viene nominata vicepresidente esecutivo per gli affari digitali oltre al suo attuale ruolo di capo della concorrenza), a decidere le politiche tecnologiche dell’Europa.
Il documento evidenzia l’urgenza di un dibattito su come la comunità tecnologica europea può competere con colossi del calibro di Apple o Huawei. Le aziende europee che producono componenti chiave per il mercato globale della tecnologia – inclusi semiconduttori e software – non sono riuscite tenere il passo con l’aumento dei costi di investimento per rimanere competitivi. Le loro controparti statunitensi hanno fatto progressi nello sviluppo di standard e prodotti, mentre le società asiatiche come Samsung hanno dominato la produzione di massa su larga scala con cui le aziende europee non possono competere.
«In linea di principio – dice J. Scott Marcus, un membro anziano del think tank Brugel di Bruxelles – in Europa abbiamo buone capacità di ricerca, ma stiamo investendo poco, e in molti casi i ricercatori di talento vanno altrove dove vengono pagati meglio. In alcune aree critiche come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico il vantaggio tende a essere negli Stati Uniti e la Cina sta rapidamente emergendo. È un grosso problema. C’è un intero motore per l’innovazione che da noi deve essere reinventato più che rafforzato e basta».
Durante la sua campagna a presidente della Commissione, von der Leyen ha pubblicato un manifesto in cui affermava che sarebbe stato possibile per l’Europa raggiungere la “sovranità tecnologica” in alcune aree, ad esempio attraverso investimenti in informatica quantistica, algoritmi e strumenti di condivisione dei dati.
Si è impegnata a svelare nuove leggi a supporto dello sviluppo etico dell’intelligenza artificiale entro i primi 100 giorni dalla sua entrata in carica. Ciò potrebbe includere l’introduzione di “passaporti dei dati” che costringerebbero le aziende a spiegare come funzionano i loro sistemi di intelligenza artificiale, secondo Politico, che ha anche ottenuto una copia di un briefing book per i funzionari europei. Si dice che i funzionari della Commissione europea stiano spingendo von der Leyen a costituire un Fondo europeo per il futuro che investirà oltre 100 miliardi di dollari in partecipazioni in società europee, secondo Politico.