ULTRA BROADBAND

SpaceX, lanciati i primi 60 satelliti: servizi attivi già nel 2020

La società di Elon Musk battezza il maxi-progetto che prevede di posizionare un totale di 12.000 satelliti. Obiettivo: “coprire” con la banda ultralarga l’intero pianeta

Pubblicato il 24 Mag 2019

Patrizia Licata

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SpaceX ha messo in orbita 60 satelliti per la connessione Internet in banda ultralarga prima tranche di un maxi-progetto basato su 12.000 satelliti per creare una rete di comunicazioni ultraveloce alternativa alla fibra ottica. La società di Elon Musk per l’esplorazione spaziale ha infatti lanciato con successo (dopo i rinvii della scorsa settimana causati dal meteo avverso) 60 satelliti della costellazione Starkink. Il lancio è avvenuto dalla base di Cape Canaveral e ha usato il razzo Falcon 9.

E’ solo l’inizio di un’avventura, ha sottolineato in conferenza stampa Elon Musk: Starlink comprenderà, in una prima fase, 4.425 satelliti operanti in banda Ka e Ku per offrire una parziale copertura Internet da inizio 2020 e prevede poi il lancio di altre 7.514 unità che opereranno in banda V e permetteranno una connettività globale nel 2027. “Non solo porteremo accesso Internet alle aree che non ce l’hanno, ma fornirà anche servizi Internet competitivi alle aree che già sono connesse“, ha affermato Musk.

I satelliti sono stati costruiti nella fabbrica della SpaceX di Redmond, nello stato di Washington. Sono sostanzialmente dei pannelli piatti dotati di antenne ad alta potenza per trasmettere i segnali Internet e di propulsori ionici al kripton. Ogni satellite pesa 227 chilogrammi e per il Falcon 9 è stato il carico più pesante mai portato in orbita, come dichiarato dall’azienda di Elon Musk.

Dopo la partenza, il primo stadio del razzo riutilizzabile è atterrato come previsto sulla piattaforma galleggiante nell’Oceano Atlantico. Prima del primo tentativo di lancio, Musk aveva twittato un’immagine dei satelliti stipati nella nella carenatura del Falcon 9 come un gigantesco mazzo di carte, riempendo quasi ogni centimetro dello spazio destinato al carico utile. Dopo il rilascio, che sfrutta una nuova tecnica basata sullo sfruttamento dell’inerzia rotazionale, i satelliti si sono collocati alla quota operativa di 550 km. Musk ha puntualizzato che la capacità operativa iniziale sarà raggiunta dopo il lancio del 400mo satellite e che nuovi lanci sono previsti ancora quest’anno.

SpaceX ha ottenuto l’anno scorso il via libera della Federal communications commission all’intero progetto e si è impegnata a fare tutto il possibile per ridurre i rischi legati alla proliferazione dei detriti nello spazio. Nei piani dell’azienda di Musk, ancora non ufficializzati, ci sarebbe l’obiettivo di ricavare dalla fornitura di connessioni in banda ultralarga più di 30 miliardi di dollari entro il 2025 grazie ai 12.000 satelliti in orbita.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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