IL CASO

La Fcc indaga su Sprint: nel mirino presunti abusi sui sussidi governativi

Secondo l’Authority 885mila gli abbonati a basso reddito che non utilizzavano i servizi telco ma servivano solo per “incassare” decine di milioni di finanziamenti pubblici. A rischio la fusione con T-Mobile?

Pubblicato il 25 Set 2019

Antonio Dini

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Abuso di sussidio. Negli Usa è previsto un “Lifeline program” che sovvenziona l’uso della larga banda sui telefonini dei consumatori a basso reddito con contributi sino a 9,25 dollari al mese. Secondo la Fcc però Sprint ha abusato di questo tipo di finanziamento e ha iscritto 885mila abbonati che in realtà non utilizzavano il servizio. Sono circa il 30% di tutto il bloggo di abbonati sotto la protezione del “Lifeline program”.

L’accusa è grave, e il dossier che ne segue è ancora più delicato perché arriva nel momento in cui T-Mobile e Sprint cercano l’approvazione da parte dei regolatori di mercato per la fusione. Secondo il commissario di nomina democratica della Fcc, Geoffrey Stark, infatti l’agenzia dovrebbe mettere in pausa il lavoro di revisione della fusione “intanto che cerchiamo di capire cosa è successo veramente” sul fronte dei sussidi.

Sprint si è affrettata a dichiarare che è “intenzionata a rimborsare il governo federale e quelli statali per ogni pagamento di sussidi che sia stata raccolto” in maniera inappropriata, ma ha anche dichiarato che l’impatto dei sussidi “è praticamente inesistente sui risultati finanziari di Sprint”.

Secondo Sprint il problema è sorto perché la Fcc nel 2016 ha deciso di cambiare il meccanismo del “Lifeline program”, costringendo Sprint ad aggiornare il modo con cui calcola l’utilizzo e quindi l’eleggibilità al Lifeline Program. Secondo Sprint “è successo un errore quando sono stati implementati questi nuovi requisiti nel luglio del 2017”. Adesso l’azienda ha chiesto «a una terza parte indipendente di rivedere i risultati delle review interne e dell’efficacia dei cambiamenti operativi messi in atto in passato».

Intanto la fusione tra Sprint e T-Mobile, nonostante fosse circolato un memo interno della Fcc ad agosto che dava nella sostanza il disco verde alla fusione, approvata dal Dipartimento di Giustizia a luglio, non ha fatto passi avanti. C’è sempre in sospeso la serie di mozioni presentate in tribunale da 18 differenti procuratori generali di Stato. Il 9 dicembre è fissata la prima udienza.

Nell’accordo per la fusione tra il terzo e il quarto più grande operatore telefonico mobile Usa è previsto che la business unit dei prepagati di Sprint venga girata integralmente alla società di televisione via satellite Dish Network, che ha invece intenzione di diventare il nuovo quarto operatore di telefonia mobile usa. Secondo alcuni analisti e associazioni di consumatori l’impatto sulle tariffe finali della fusione porterebbe a un rialzo dei prezzi.

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