IL REPORT

Streaming, boom negli Usa: vale il 62% dell’industria della musica

Mercato da 2,5 miliardi di dollari grazie al traino dei servizi in abbonamento (30 milioni di iscritti), riporta l’associazione dell’industria discografica RIAA. Continua il declino dei download digitali

Pubblicato il 29 Set 2017

Patrizia Licata

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La musica è cambiata: sul mercato discografico americano lo streaming si aggiudica il 62% delle entrate totali dell’industria, un balzo del 48% in un anno, e vale 2,5 miliardi di dollari. Lo rivelano i dati pubblicati nell’ultimo studio della RIAA (Recording Industry Association of America); le vendite di musica negli Stati Uniti sono cresciute del 17% nel primo semestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 e valgono complessivamente 4 miliardi di dollari. Le vendite sono tuttavia nettamente inferiori ai livelli pre-2000 a causa della perdita di interesse nei supporti fisici.

I guadagni dello streaming musicale includono gli abbonamento a servizi che sono solo o in parte a pagamento (come Spotify, Tidal, Apple Music), i servizi di digital radio (compresi Pandora e SiriusXM) e i servizi di streaming on-demand basati sulla pubblicità (come YouTube, Vevo e la versione ad-supported di Spotify).

Lo streaming musicale ha raggiunto livelli record di introiti su tutte le sue tre macro-categorie (abbonamenti, radio digitali e personalizzate, servizi on-demand ad-supported), ma sono gli abbonamenti a trainare la crescita nella prima metà del 2017, con un balzo del 61% nei guadagni: gli abbonamenti valgono ora 1,7 miliardi di dollari, o il 43% delle entrate totali dell’industria musicale americana, grazie alla crescita costante degli iscritti (+1 milione nell’ultimo semestre, per un totale di circa 30 milioni di abbonati a servizi di streaming a pagamento). Le digital radio hanno fatturato 493 milioni, i servizi di streaming on-demand e sostenuti dalla pubblicità hanno ricavato 273 milioni.

Mentre avanza lo streaming, prosegue il declino del download digitale: le entrate di questo settore sono scese del 24% a 757 milioni di dollari nel primo semestre dell’anno. I download digitali nel 2015 erano la voce principale dell’intera industria della musica americana, pari al 41% del valore, mentre lo streaming era fermo al 33% e i supporti fisici rappresentavano il 23% del valore totale. Nel 2017 le percentuali appaiono ben diverse, con lo streaming al 62% e i download al 19% del valore, quasi come i supporti fisici (16%).

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