Sulle connected car asse sul cloud tra automotive e IT

Si intensificano le alleanze sull’onda dell’accordo Volkswagen-Lg. Tra i settori in decollo il vehicle to vehicle e le applicazioni per smart city

Pubblicato il 01 Ago 2016

Giampiero Rossi

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Il mercato delle auto pare non conoscere soste. Soprattutto grazie alle innovazioni tecnologiche le automobili sembrano vivere una nuova giovinezza. Grandi sono le aspettative che si attendono dalla fusione delle nuove tecnologie con le auto e le novità ormai sono quasi giornaliere.

In tal senso, molte sono anche le collaborazioni tra aziende nate per portare a termine un progetto comune, per esempio da poco c’è stata quella tra Volkswagen e LG, le quali hanno deciso di lavorare insieme allo sviluppo di una piattaforma cross-over, che punterà a migliorare l’uso del cloud per aiutare gli automobilisti nell’utilizzo di funzioni come la geolocalizzazione o per la gestione di sistemi domotici della propria casa.

Oltre a tutto ciò, i due colossi vogliono costruire uno speciale Hub che permetterà di leggere le notifiche senza rischi per la privacy in modo semplice ed immediato, cercando di realizzare un infotainment in grado di aiutare il più possibile i futuri guidatori di domani.

Tutte queste collaborazioni sono spinte anche dai vari studi del settore, che dimostrano come le connected car saranno il vero fulcro delle future auto. Secondo una recente indagine di IHS è stato determinato che nel 2020 la metà delle auto in circolazione sarà connessa in rete. Sempre secondo questo studio le app che attualmente vengono utilizzate di più dagli utenti, che hanno già in macchina un sistema di infotainment, sono: quella del navigatore (52%), seconda quella per le previsioni meteo (41%), e terza l’applicazione per musica e notizie (37%), dalla ricerca risulta anche che ciò che interessa di più agli utenti è l’Advanced driver assistance systems (Adas), ovvero tutti i sistemi automatici di assistenza alla guida, attraverso i quali è possibile controllare i freni e la stabilità del veicolo.

E’ chiaro che tutto questo potrà esistere solo attraverso un buon traffico dati e qui rientra un nuovo studio della Juniper Research, che ha stabilito come l’uso intensivo di dati, come: la radio internet, applicazioni di streaming di musica e servizi d’informazione genereranno circa 6.000 PB all’anno entro il 2021, pari a oltre 300 miliardi di ore di musica in streaming. La ricerca ha anche stabilito che la tecnologia Cellular V2V (vehicle to vehicle), ovvero la tecnologia che si occupa di far comunicare le auto tra di loro in modo tale da far sapere agli altri la velocità e dove si trovi un’auto, dovrebbe essere la pietra angolare del sistema nei prossimi anni.

Di conseguenza, il rapporto ha sottolineato che i futuri sistemi di Smart City, come il parcheggio e gli incroci intelligenti guideranno ulteriormente l’uso di dati e la potenziale pressione sulle reti e che gli operatori dovranno necessariamente garantire, soprattutto nelle aree urbane, che le loro reti siano in grado di far fronte agli incrementi di traffico dati. Di sicuro più gli anni passeranno più il mondo sarà connesso e la sfida di domani sarà che le nostri reti dovranno supportare non solo il traffico automobilistico del futuro, ma soprattutto quello dei dati.

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