LA CESSIONE

T-Systems Italia: sciopero dopo l’offerta di Engineering

I sindacati rompono il tavolo di trattative con l’azienda, nell’ambito della vendita della filiale italiana di Deutsche Telekom. Marino (Fiba Cisl): “Previsti 130 esuberi e condizioni troppo rigide per il personale”

Pubblicato il 16 Nov 2012

Paolo Anastasio

software-120530131706

Proclamato lo sciopero il 22 novembre alla T-Systems Italia, società del gruppo Deutsche Telekom in vendita, su cui ha messo gli occhi Engineering. I sindacati Fiba Cisl, Fabi, Fisac/Cgil e Uilca hanno interrotto oggi il tavolo di trattative con T-Systems Italia, a causa delle condizioni poste dall’azienda, nell’ambito del take over da parte di Engineering. “L’azienda ci ha detto che sono previsti 130 esuberi e le condizioni che hanno fissato per il personale che resta sono troppo rigide, per questo abbiamo deciso di non continuare la trattativa”, ha detto al Corriere delle Comunicazioni Pier Paolo Marino, coordinatore nazionale della Fiba Cisl.

Intanto, prosegue l’iter verso l’acquisizione. Engineering dovrebbe presentare a Deutsche Telekom l’offerta di acquisto di T-Systems Italia il 23 novembre. La chiusura del pre-accordo commerciale è previsto a metà dicembre. Nei piani, il nuovo assetto aziendale sarà varato a partire dal primo gennaio.

L’italiana Engineering ha battuto la concorrenza di altri due pretendenti, che a settembre avevano manifestato interesse per il dossier: si tratta del fondo tedesco Aurelius Group (in tandem con l’azienda Getronics) e del fondo americano Gores Investment Group.

T-Systems Italia conta più di 400 dipendenti nel nostro paese, che in base ad accordi precedenti hanno ottenuto garanzie occupazionali fino a tutto il 2014. A luglio, Deutsche Telekom aveva smentito al nostro giornale le voci di una possibile cessione di T-Systems Italia.

A novembre del 2011 i sindacati Fiba Cisl, Fabi, Fisac e Uilca hanno siglato un accordo, che prevedeva l’esodo incentivato di 71 persone in esubero, che nel frattempo se ne sono andate per garantire poi il mantenimento dei livelli occupazionali nel quadro del “Progetto Italia”, che prevedeva, dopo la ristrutturazione, il rilancio nel nostro paese. Secondo i sindacati, nel quadro del Progetto Italia, la casa madre Deutsche Telekom si era impegnata al rilancio dell’attività in Italia, dopo una serie di tagli che sono stati fatti sia in termini di esuberi sia in termini economici da parte dei dipendenti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2