I PROVVEDIMENTI

Tariffe Tlc, spese extra per gli utenti: Agcom multa WindTre e Vodafone per 1,2 milioni di euro

Introdotti costi fissi mensili non contemplati nei contratti stipulati dai clienti. L’Autorità sanziona le due compagnie: “Leso il diritto di usufruire dei piani prescelti”. Intanto calano i prezzi dei pacchetti e la competizione è a suon di Gb

Pubblicato il 26 Feb 2021

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Agcom ha inflitto sanzioni per 1,2 milioni di euro a WindTre e Vodafone, rispettivamente per 696mila euro e 522mila euro per aver addebitato agli utenti costi fissi mensili in deroga a quanto stipulato dagli stessi nei contratti.

WindTre, sotto osservazione diversi piani prepagati a consumo

In dettaglio, riguardo a WindTre l’Autorità ha rilevato la variazione delle condizioni giuridiche ed economiche – a decorrere dal 20 settembre e 5 ottobre 2020 – di diversi piani base di telefonia mobile prepagata a consumo, attraverso l’introduzione di costo fisso mensile “del tutto estraneo al rapporto contrattuale originariamente istaurato”.

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L’istruttoria è partita a seguito di diverse segnalazioni di utenti a partire dal mese di agosto 2020, che lamentavano di aver ricevuto sms in cui si annunciata la modifica contrattuale con l’addebito di costi fissi mensili. E gli utenti avevano anche evidenziato “che la società, sia per iscritto che tramite gli addetti del call center, ha precluso la possibilità di passare gratuitamente ad altro piano a consumo senza costi fissi, in violazione della normativa vigente”, si legge nel provvedimento dell’Autorità (qui il testo integrale). A sua difesa WindTre ha spiegato che “la manovra oggetto di contestazione è consistita in un adeguamento inevitabile al cambio epocale che sta attraversando il settore delle telecomunicazioni e l’intera società, rappresentando l’unico modo possibile per fronteggiare i nuovi utilizzi delle sim da parte degli utenti che determinano totale mancanza di remunerazione per gli operatori, i quali sono chiamati a compiere enormi investimenti”.

Ma le argomentazioni difensive non sono state accolte poiché, spiega Agcom, “la ratio degli obblighi informativi previsti dall’art. 70 del Codice consiste nel garantire agli utenti il diritto di ottenere informazioni chiare, complete e trasparenti al fine di poter meglio orientarsi in un mercato fortemente concorrenziale e operare scelte contrattuali consapevoli”. “L’introduzione di un costo fisso mensile per diverse offerte di rete mobile a consumo ha leso il diritto degli utenti di poter fruire dei servizi secondo la tariffazione prescelta al momento dell’adesione ai diversi piani di base impattati dalla condotta censurata.  Va considerato, inoltre, il considerevole vantaggio economico conseguito dalla società, atteso che la condotta, attuata a partire dal 20 settembre e 5 ottobre 2020, ha interessato numerosi clienti ed è tuttora in atto. Pertanto, la violazione può ritenersi di durata breve ed entità consistente”.

Vodafone, nel mirino il piano “Internet abbonamento”

Riguardo a Vodafone nel mirino dell’Autorità è finito il piano a consumo “Internet abbonamento” a seguito delle segnalazioni pervenute da una serie di utenti nel periodo settembre 2019-gennaio 2020 che lamentavano “di aver subìto inaspettatamente, da parte di Vodafone, addebiti sotto la voce “internet abbonamento” per sim ricevute diversi anni addietro a titolo gratuito e con piano a consumo, mai utilizzate o inutilizzate ormai da tempo”, si legge nel provvedimento (qui il testo integrale).

Secondo l’Autorità è stato leso il diritto degli utenti di poter fruire del servizio dati secondo la tariffazione prescelta al momento dell’adesione. E va considerato, inoltre, “il rilevante vantaggio economico conseguito dalla società, atteso che la condotta, attuata a partire dal 14 luglio 2019, ha interessato numerosi clienti. Pertanto, la violazione può ritenersi di durata media ed entità consistente”. Vodafone ha dichiarato che le comunicazioni circa la modifica contrattuale sono state inviate a tutta la customer base impattata nell’arco di un periodo tale da consentire a chiunque di fruire di almeno trenta giorni liberi per esercitare il diritto di recesso. Ma anche in questo caso Agcom non ha accolto la difesa appellandosi all’art. 70 del Codice.

Lieve calo dei prezzi nel 2020: in forte aumento i GB, crollo degli sms

Riguardo ai costi delle offerte SosTariffe.it ha fatto il punto sul 2020: nell’anno della pandemia i pacchetti all inclusive della telefonia mobile hanno subito un minimo calo (-4%) del costo mensile. Il terreno di scontro tra le offerte è ormai il traffico dati (+30%). Crescono anche i minuti a disposizione, a discapito degli sms, che vanno estinguendosi.  Analizzando la media delle tariffe sul mercato offerte da tutti gli operatori (virtuali e tradizionali) nell’ultimo anno si è passati da un costo mensile medio di 11,55 a 11,09 euro. Le offerte di febbraio 2021 comprendono più minuti (+7,2%), che da una media di 2350 del 2020 salgono a 2520 quest’anno. Gli sms invece fanno un brusco passo indietro (-20,9%). La voce del pacchetto su cui si gioca la concorrenza tra le varie soluzioni proposte ai clienti sono i gigabyte inclusi. Il traffico dati compreso ha subito un deciso incremento (+30,1%). E così se a marzo 2020 le offerte contenevano in media 43 GB oggi sono almeno 56.

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