Un miliardo in tre anni di investimenti per la ricerca, e tre miliardi l’anno per lo sviluppo e il mantenimento delle reti. A fare il punto sugli investimenti Telecom Italia in un’intervista al quotidiano La Stampa è il presidente del gruppo, Giuseppe Recchi. Quanto al programma del governo sulla banda larga, Recchi si è detto fiducioso sul fatto che il Paese riuscirà a raggiungere gli obiettivi: “E’ un programma che non punta a obiettivi in maniera virtuale, ma analizza quali sono le condizioni per cui tali obiettivi si possono raggiungere – afferma – Siamo in un momento di svolta tecnologica, il concetto di incumbent, di operatore dominante, non esiste più. Occorre ridisegnare il sistema regolatorio perché ci sia una competizione che possa avvenire sulla tecnologia e non più solo sul prezzo”.
“Chi fa investimenti – prosegue Recchi – deve avere una redditività tale da renderli convenienti e una certezza del quadro tale da prevedere i rischi, con una regolazione adeguata. Con troppe regole e che cambiano di continuo, è l’arbitro, non la bravura delle squadre, a decretare chi vince e chi perde”.
Su Metroweb, spiega, l’interesse di Telecom Italia “è dovuto alle sinergie che si generano con una società che ha già coperto un’area interessante come Milano e ha un buon piano industriale”. Poi Recchi sottolinea di non essere d’accordo con il punto di vista di chi sostiene che l’interesse del gruppo tlc per la maggioranza di Metroweb sia determinato dalla volontà di condividere il peso dei futuri investimenti con Cdp, che detiene il 46,2% di Metroweb: “Cdp – spiega – è un soggetto che investe secondo principi di remunerazione del capitale, cosa ben diversa dallo Stato che investe direttamente”.
“Oggi il Paese ha interesse allo sviluppo degli investimenti, considerando ogni aspetto, a cominciare dalla concorrenza – ha puntualizzato Recchi sulle preoccupazioni espresse dal altri operatori rispetto a possibili ripercussioni sulla concorrenza – La differenza è che noi facciamo 3 miliardi l’anno di investimenti: di cosa fanno gli altri non mi curo ma dico che su questo siamo i primi in Italia e per una grande differenza”.
Quanto al piano industriale, “sta dando i suoi frutti e in futuro non potremo che confermare tale leadership – continua Recchi – C’è in corso un cambiamento della cultura digitale che sta facendo emergere nuove opportunità che intendiamo sfruttare”.
“Ogni operazione deve essere valutata su tutti gli aspetti di rischio-opportunità – ha poi detto sugli interessi di Telecom Italia in Brasile e in particolare su Oi – Deve creare valore. C’è un processo di esame su cui il management sta lavorando: quando sarà completato, senza fretta, visto che non ci corre dietro nessuno, il cda prenderà le decisioni opportune”.
Commentando poi l’eventualità di un accordo con Mediaset Premium, Recchi ha precisato: “Resteremo trasportatori dei contenuti degli altri”. Quanto a una possibile partecipazione al consolidamento in atto in Europa, “è un tema che oggi non è sul tavolo – afferma Recchi – . Penso che con questo nuovo board la società stia dando prova di attivismo, creando opportunità su due livelli: nella crescita organica compiendo il piano industriale con efficienza e disciplina, quindi guardando a tutte le opportunità di tipo straordinario quando queste si presentano”.
Alla domanda se l’arrivo del nuovo socio Vivendi possa influire sulla strategia del gruppo, Recchi ha infine sottolineato come “troppo spesso si confondono gli azionisti con il management. Noi ci definiamo una public company e il nostro lavoro è fare gli interessi della società”.