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Telecom, de Puyfontaine: “Ci piace il piano”. Inwit, decisione rinviata

Cda fiume per l’azienda, all’ordine del giorno i dati finanziari. Patuano: “Serve più tempo per il dossier torri”. Sullo sfondo la salita di Vivendi

Pubblicato il 17 Mar 2016

A.S.

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Riunione fiume a Milano per il Consiglio d’amministrazione di Telecom Italia. Sul tavolo del board i conti del gruppo alla luce dei risultati dell’impairme nt test. Poco prima dell’inizio della riunione del board, il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine e il presidente di Telecom Giuseppe Recchi si sono fatti immortalare dai fotografi l ‘uno a fianco all’altro (nella foto), come a voler smentire le voce di imminenti cambi ai vertici della telco.

Rispetto a quest’ultima ipotesi e riguardo alla posizione dell’amministratore delegato Marco Patuano, il consigliere Tarak Ben Ammar si è espresso così: “Per ora non nulla di negativo su Patuano, dunque è positivo“. Lasciando il cda, De Puyfontaine ha commentato: “Siamo qui perché crediamo veramente in un piano strategico per Telecom Italia. Ci piace il piano, ci piace la società” ma non ha dato risposte alle domande sul ceo Patuano, e in particolare se goda della fiducia del board.

Riguardo al processo di valorizzazione della controllata Inwit il dossier rimane ancora aperto: “Ci vuole ancora un po’ di tempo” ha commentato il ceo Marco Patuano in uscita dal cda.

La riunione è iniziata stamattina con le relazioni annuali dei comitati. Sono stati visti entrare in sede, oltre a Recchi, Patuano e De Puyfontaine, i consiglieri indipendenti Jean Paul Fitoussi, Lucia Calvosa e Felicitè Herzog.

Proprio in vista del Cda nei giorni scorsi Asati, l‘associazione dei piccoli azionisti del gruppo, aveva chiesto le dimissioni dei consiglieri del board di Telecom Italia: “I nuovi amministratori sono persone di esperienza, capaci e che hanno dato prova di attenzione a ciò che conta davvero. Il loro operato è, però, fortemente attutito da una compagine consiliare non rappresentativa dei nuovi assetti azionari – sostiene in una lettera ai membri del board l’associazione guidata da Franco Lombardi – In altre parole, voi consiglieri non rappresentate che voi stessi”. “L’arrivo del nuovo socio di riferimento – prosegue Asati riferendosi a Vivendi – ormai alla soglia dell’opa, è l’unica buona notizia che si profila all’orizzonte di una sempre, da oltre 15 anni, più martoriata Telecom Italia”.

Questione Torri: Telecom Italia detiene il 60% del capitale di Inwit, e sarebbe disposta a Cederne fino al 45%. Oltre alla valutazione sull’aspetto economico, il Cda di Telecom dovrà scegliere se preferirà cedere il controllo di Inwit, tenendone il 15% e accettando l’offerta per il 45% del capitale presentata da Cellnex-F2i, che sarà poi chiamata a fare un’Opa sul flottante, o se vorrà tenere il controllo della società, e quindi accettare l’offerta di Ei Towers, che acquisirebbe al massimo il 29,9% del capitale, con il proposito di conferire in un secondo tempo a Inwit un migliaio delle torri di tlc che già detiene.

L’offerta vincolante di Cellnex-F2i è stata presentata a Telecom lunedì 14 marzo, mentre quella di Ei Towers è stata formalizzata al termine di un cda fiume che si è riunito martedì 15. Stando alle indiscrezioni che circolano nelle ultime ore l’offerta di Cellnex potrebbe prevedere un rilancio fino a circa 5 euro rispetto a quella originaria di 4,5 euro per azione, e potrebbe portare a un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro, compresa l’offerta pubblica di acquisto, obbligatoria se l’offerta venisse accettata da Telecom. Quanto a Ei Towers, la società partecipata da Mediaset aveva originariamente messo in campo un’offerta da 5 euro per azione sul 29,9% del capitale di Inwit, circostanza che non renderebbe obbligatoria l’Opa. L’eventuale successiva cessione a Inwit di 100 torri per le Tlc avrebbe invece un valore che si aggira attorno a 200 milioni di euro.

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