E-HEALTH

Telemedicina, la Sardegna punta sulla cardiologia pediatrica

Sperimentazione lunga un anno per “Connect”, sistema di teleconsulto in real time tra sede centrale e periferiche. L’assessore alla Sanità Luigi Arru: “Con la riorganizzazione della rete ospedaliera puntiamo sul lavoro online”

Pubblicato il 23 Nov 2015

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Un’iniziativa di telemedicina, ideata e strutturata in Sardegna, che consente di mettere in rete e collegare in tempo reale due unità operative distanti. Il riferimento è a “Connect”, progetto di ricerca firmato dal Crs4 – il centro di ricerca, sviluppo e studio superiori dell’isola – con il prototipo realizzato attraverso un finanziamento regionale di 249mila euro per due anni e la cui sperimentazione, iniziata nel novembre 2014, si concluderà il prossimo autunno.

“Questa iniziativa sposa lo spirito del lavoro online, tra strutture e operatori, sul quale stiamo puntando con la riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali”, spiega l’assessore regionale della sanità Luigi Arru, che sottolinea “l’importanza dell’Ict, del digitale nella medicina moderna, in un’ottica di collaborazione tra grandi centri, con ampia casistica, e centri più piccoli inseriti all’interno di una rete integrata”.

Sperimentato dall’anno scorso all’interno della struttura complessa di cardiologia pediatrica dell’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, “Connect” (Communication networks for next generation clinical teleconsultations) prevede un consulto specialistico dal centro a strutture periferiche che sono prive di figure altamente specializzate, come nel caso della cardiologia pediatrica. Entrando nella sfera tecnica, Connect funziona con la trasmissione di flussi audio/video in tempo reale per il supporto alla diagnosi tra distretti remoti e la diffusione di tecnologie abilitanti a basso costo e facilmente integrabili nei progetti di sanità elettronica regionale. Senza dimenticare la possibilità di interconnessione di apparati diagnostici per l’ecografia di diverso tipo (purché dotati di un’uscita video) e la realizzazione di streaming video a scopo didattico.

“Sistemi simili sono disponibili anche in Canada e negli Stati Uniti, dove però non sono pubblici e vengono messi a disposizione a pagamento. In Sardegna, invece, li abbiamo sviluppati a costi bassi e il software è open source in rete”, spiegano all’unisono Arru e il commissario dell’azienda Brotzu, Graziella Pintus. Testato con successo nell’isola – sono stati trattati a distanza 42 casi, cui si aggiungono altri 63 per la medicina d’urgenza in collaborazione con l’Irccs “Burlo Garofalo” di Trieste – il progetto ha suscitato la curiosità del Cnr di Pisa e del gruppo ospedaliero San Donato (Milano). E già si aprono possibilità per esportare il prototipo all’estero.

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