TRADE WAR

TikTok, il “muro” di Pechino frena le trattative per la vendita

La cessione delle attività Usa a Oracle o Microsoft-Walmart sembrava in dirittura d’arrivo e l’annuncio era previsto per l’inizo della settimana. Ma poi la Cina ha voluto l’utima parola su eventuali deal: ora tutto potrebbe essere rimandato a dopo le elezioni presidenziali americane

Pubblicato il 03 Set 2020

Antonio Dini

tiktok

Mentre si avvicina l’accordo per la cessione del ramo d’impresa americano di TikTok, come ordinato da Donald Trump, Pechino risponde modificando una legge che obbliga le aziende cinesi ad ottenere un’autorizzazione prima di cedere tecnologie considerate strategiche e include di fatto anche TikTok e i suoi algoritmi.

La mossa di Pechino frena dunque la possibilità di chiudere l’accordo tra TikTok e le aziende che stanno cercando di acquistarla: Oracle oppure Microsoft, quest’ultima con l’aiuto di Walmart. Il ceo di ByteDance, Zhang Yiming, ha infatti deciso di rivalutare da capo tutto il dossier della cessione, mettendo di fatto in stop i progressi fatti sino ad ora nelle negoziazioni, che erano arrivate alla loro stretta finale.

L’annuncio di quale azienda tra le proponenti avrebbe comprato TikTok versione Usa (con l’aggiunta di Australia, Nuova Zelanda e Canada) era atteso infatti per il primo di settembre, ma la data è passata senza che dal quartier generale di ByteDance arrivasse alcuna comunicazione. Secondo il Wall Street Journal, è stata la modifica alla normativa cinese a mettere in fuorigioco un accordo che sarebbe stato nell’ordine di grandezza dei 20-30 miliardi di dollari e che probabilmente avrebbe visto vincitore il ticket MicrosoftWalmart.

Secondo alcune fonti, la priorità per trovare una soluzione al dossier TikTok adesso sarebbe stata completamente ripensata e l’ipotesi presa in considerazione in queste ore sarebbe quella di attendere novembre, cioè la chiusura delle elezioni americane, prima di decidere sulla compravendita. Dal punto di vista formale aiuterebbe il fatto che il bisogno di ottenere la doppia autorizzazione da parte di pubblici ufficiali cinesi e americani dilaterebbe i tempi a sufficienza per riuscire a superare la data della potenziale (ma non sicura) uscita di scena di Donald Trump e quindi del bisogno stesso da parte di ByteDance di vendere il ramo di azienda.

Attualmente l’ordine esecutivo di Trump, che all’inizio voleva la vendita conclusa entro il 20 di settembre, indica come data finale per lo spin-off del business di TikTok Usa il 12 novembre. Il cambio di presidenza potrebbe dare nuovi margini di negoziazione per TikTok. Anche perché nel frattempo l’azienda ha deciso di fare ricorso in tribunale contro la decisione dell’amministrazione americana, sulla base che all’azienda è stata negata la possibilità di affrontare un giusto processo. Un’arma in più da usare al tavolo delle negoziazioni di questa o della prossima amministrazione Usa.

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