WEARABLE

Tim Cook, schiaffo ai Google Glass: “Zero appeal”

Il Ceo di Apple: “Non arriveranno a conquistare il grande pubblico”. Ma il mondo degli wearable “è ormai pronto per essere esplorato”. Accelerazione per il lancio dell’iWatch

Pubblicato il 29 Mag 2013

Patrizia Licata

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I Google Glass non piaceranno al grande pubblico: lo ha affermato il Ceo di Apple Tim Cook parlando alla Allthingsd D11 Conference in California, indicando al tempo stesso che Apple potrebbe essere molto interessata alla tecnologia del device indossabili e ad avere un ruolo, naturalmente da protagonista, in questo settore.

I Google Glass invece mancherebbero di “mass appeal”: “Ci sono lati positivi in questo prodotto che probabilmente eserciteranno attrazione su alcuni mercati, ma non credo sul vasto pubblico”, ha dichiarato Cook. “Quello che interessa alle persone è un prodotto veramente eccezionale. Chi porta gli occhiali è perché ne ha bisogno, non conosco molte persone che li portano senza averne necessità”.

Questo non vuol dire che Cook non veda opportunità per l’industria dei device indossabili; anzi il Ceo della Mela ha lasciato intendere che si adopererà perché l’Apple iWatch di cui si parla da qualche tempo (l’orologio che assomiglia allo smartphone per alcune funzioni e complementa gli altri prodotti Apple, iPhone, iPad e iPod, senza che Apple abbia finora confermato i rumors) arrivi presto sul mercato.

Cook descrive la tecnologia dei “wearables” come un’area ormai “matura per essere esplorata” e dichiara che, per Apple, “è un ramo molto importante dell’albero”.

Cook non ha realmente fornito informazioni su quali prodotti la sua zienda si appresti a mettere in vendita, ma ha elogiato apertamente la Nike dicendo che ha fatto un ottimo lavoro col suo device indossabile FuelBand, che misura le prestazioni in allenamento, aggiungendo che lui stesso ne porta uno.

Forse questo commento sul FuelBand, unito alla “bocciatura” dei Google Glass, potrebbe essere la conferma che Apple ha in cantiere un device più discreto (e tra l’altro con meno problemi di privacy) di quello di Google, come appunto un orologio. Anche perché, secondo Cook, i ventenni di oggi non portano abitualmente l’orologio, ma sicuramente usano lo smartphone: uno smart swatch potrebbe rivelarsi un prodotto di immediato appeal.

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