LE NUOVE RISORSE

Tim, finanziamento ponte da 1,5 miliardi. Per Open Fiber dialogo in corso con le banche

La telco guidata da Labriola ottiene un contratto con scadenza fino a 18 mesi in vista del closing dell’operazione Netco. Cassa depositi e prestiti conferma il sostegno alla wholesale company capitanata da Gola. L’Ad Scannapieco: “Potenziale molto forte di una rete fondamentale per la digitalizzazione e la competitività del Paese”

Pubblicato il 05 Apr 2024

fusione-merger-accordo2

Nuove risorse per Tim mentre Open Fiber prosegue il dialogo con le banche. La telco guidata da Labriola ha negoziato con successo e firmato un contratto di finanziamento ponte per un ammontare di 1,5 miliardi di euro, con una scadenza fino a 18 mesi. “L’operazione è volta alla copertura delle necessità di rifinanziamento fino alla data di closing della cessione di NetCo, e presenta condizioni in linea con i benchmarks di mercato”, spiega una nota.

Il prestito ponte andrà a estinguersi al closing della vendita della rete di Tim che è previsto entro l’estate. Il costo medio del finanziamento – segnalano fonti finanziarie – è a forte sconto rispetto agli ultimi bond che Tim ha emesso. Il fatto che sei grandi banche abbiano concesso il finanziamento può inoltre essere letto come un segnale sulla loro convinzione che la cessione si farà. Per la vendita di Netco a Kkr, per 18,8 miliardi più earnouts potenziali fino a 2,9 miliardi, si attende comunque il via libera dell’antitrust europeo.  

I Bookrunnes del finanziamento sono Bnp Paribas, Credit Agricole CIB, Deutsche Bank, J.P. Morgan, Santander e Unicredit, con quest’ultima che agisce anche da Documentation Bank e Facility Agent.

Intanto Cassa Depositi e Prestiti conferma il sostegno a Open Fiber con l’Ad Scammapieco che ricorda come la wholesale companu possa contare su “potenziale molto forte di una rete fondamentale per la digitalizzazione e la competitività del Paese”.

L’analisi di Intermonte sul prestito Tim

Secondo Intermonte, grazie al prestito bridge, Tim rafforza ulteriormente la propria struttura di liquidità in vista del closing dell’operazione NetCo con un forte supporto di primarie istituzioni finanziarie globali. Per quanto concerne la review delle tariffe wholesale. “Non vediamo impatti sulla valutazione di NetCo, che resta congelata – spiegano gli analisti –  Il deal negoziato con Kkr non prevede infatti clausole di aggiustamento prezzo per riflettere eventuali revisioni delle tariffe wholesale 2024-28 intervenute tra il signing dello scorso novembre e il closing (atteso entro l’estate)”.

“Mentre sul fronte retail, una riduzione delle tariffe wholesale sul rame è altrettanto positiva per la ServiceCo (che avrà accesso alla rete di NetCo agli stessi prezzi e condizioni di mercato degli Olo, in base al Msa pattuito) – concludono – considerando soprattutto il fatto che la maggior parte degli accessi Ubb retail di Tim (5.58mn) sono oggi ancora su tecnologia mista rame/fibra”.

Open Fiber prosegue il dialogo con le banche

Open Fiber prosegue il dialogo con le banche che come sottolinea l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, le quali “riconoscono il valore della rete”.

Open Fiber “ha ricevuto di recente un premio di miglior rete in fibra, è un’infrastruttura di qualità e l’assetto attuale non è ottimale – ha ricordato Scannapieco – Siamo interessati a sostenerla in un contesto istituzionale nel quale alcune cose da sistemare ci sono. Il dialogo con le banche è in corso, viene riconosciuto il potenziale forte della rete”.

Scannapieco si è poi soffermato sui tempi Poste italiane. “Cassa depositi e prestiti è fuori dal perimetro contabile della Pubblica amministrazione, per cui, qualora vendesse asset, non sono privatizzazioni. Il tema Poste non riguarda noi in termini di piano di privatizzazione dello Stato”, ha spiegato.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2