L’INTERVISTA

Tlc, digital e green i pilastri del New Deal di Telebit. Quarta: “Puntiamo alla continua crescita”

Il ceo annuncia a CorCom gli obiettivi della strategia in occasione dei 35 anni di attività. Continuità di business etico e innovazione le parole d’ordine, focus su talenti e competenze. Sviluppo reti, cloud, data center, mobilità elettrica e rinnovabili gli asset principali

Pubblicato il 21 Mar 2024

Telebit (CEO giacomo quarta)

“Puntiamo a diventare sempre più un riferimento nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi digitali, infrastrutture green ed impianti tecnologici e vogliamo consolidare i risultati del lavoro che ci ha portato nell’ultimo decennio a crescere a un tasso medio del 26,6%. Le sfide per il futuro le abbiamo messe nero su bianco nel piano industriale 2023 /2027, che mira a raggiungere 450 milioni di euro di ricavi dai 280 del 2023”. È quanto annuncia a CorCom Giacomo Quarta, ceo di Telebit, in occasione dei 35 anni di attività dell’azienda fondata nel 1989 dal padre Giovanni Quarta insieme a Marcello Raimondi ed a un gruppo di giovani amici. Da 15 anni in azienda è entrata la seconda generazione, hanno portato Telebit al salto “industriale”, passando dai 100 ai 1.800 collaboratori mantenendo i principi ed i valori stabiliti dai soci fondatori basati su un modello di business etico e rispettoso.

Foto di Giacomo Quarta
Giacomo Quarta, ceo di Telebit

Quarta, quali le priorità del piano?

Lo abbiamo chiamato “Ambizione sostenibile”: nell’area Telco, guidata da Silvio Raimondi e che si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione di infrastrutture e reti sia per gli operatori Tlc che per il trasporto ferroviario, la nostra missione è offrire ai clienti lo sviluppo “chiavi in mano” delle reti nonché un numero crescente di servizi a valore aggiunto. In sostanza, ci proponiamo come un system integrator che adotta l’approccio da solution provider per progetti complessi e multidisciplinari nelle aree di business in cui siamo presenti.

Quali sono le altre attività core?

La nostra divisione Digital services, guidata da Massimo Nava, propone soluzioni e servizi in ambito Ict, dalle reti dati in tecnologia Ip e Dwdm alle soluzioni di cybersecurity, dalla realizzazione di data center chiavi in mano ai servizi di cloud journey. Poi c’è l’area Facility e impianti guidata sempre da Silvio Raimondi e rafforzata dopo con l’inserimento nel gruppo di Medinok Spa, la società fondata e condotta da Pierluigi Pastore, ovvero un’eccellenza nella realizzazione e manutenzione di impianti tecnologici in edifici pubblici e siti industriali. La quarta area è quella dell’E-mobility & Renewables, guidata da Massimo Sabbioneda: offre soluzioni end to end dalla progettazione, fornitura e installazione fino alla manutenzione e gestione di grandi infrastrutture green, come impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo (Bess). Inoltre questa divisione si occupa anche di elettrificare la mobilità pubblica e privata, tramite la realizzazione di impianti di ricarica per i bus elettrici e di stazioni per la ricarica ad alta potenza delle automobili. Non dimentichiamo poi le attività in Sud America avviate 12 anni fa. Oggi contiamo su quattro sedi operative – a San Paolo, Rio de Janeiro, Recife e Belo Horizonte – circa 150 collaboratori. Oltre alla creazione di valore economico, questa presenza in sud America ci permette attività di scambio e collaborazione culturale e professionale, favorendo l’apertura mentale e la voglia di sperimentare nuove idee.

Telebit dunque cresce e si evolve.

L’elemento principale della nostra crescita sono e rimangono le persone che puntiamo a valorizzare al massimo. Poniamo grande attenzione al tema della diversity & inclusion. Con l’assunzione di molti giovani, la relazione e l’integrazione tra le diverse generazioni è diventata una priorità. I ragazzi della generazione Z hanno forza, velocità e creatività, mentre i più senior hanno saggezza e competenza. Nell’ultimo anno abbiamo assunto circa 220 persone, di cui quasi la metà under 36. E nei prossimi anni continueremo con questo trend!

A ciò uniamo la capacità di visione e una grande attenzione alle field operations, le attività sul campo, con 28 sedi operative e tre sedi commerciali su tutto il territorio nazionale. Siamo impegnati a investire sulla digitalizzazione dei processi e dei sistemi, per arrivare ai massimi livelli di applicazione e utilizzo delle tecnologie digitali e rendere più efficiente il business e sicure le attività operative. Parliamo ad esempio di sistemi di robotic process automation, che vanno a sostituire le attività manuali e di basso valore aggiunto, ma anche dell’intelligenza artificiale, di advanced analytics e dei big data per supportare i processi decisionali. Siamo inoltre particolarmente attenti alla sostenibilità ambientale, con l’elettrificazione del parco auto, i sistemi per la riduzione degli sprechi energetici, gli impianti fotovoltaici e l’attenzione nella scelta dei fornitori.

Tornando alla questione delle competenze, in Italia c’è allarme skill shortage. Vale anche per voi?

Lo shortage di competenze tecnologiche ed operative è un problema enorme. Per venirne a capo, con il nostro Cto Germano Quarta, collaboriamo attivamente con il mondo della scuola, negli Its e nelle università, cercando di creare conoscenza e informazione sulle opportunità per i giovani cercando così di ridurre questo divario tra didattica e lavoro. Non vogliamo però semplicemente “reclutare” persone, ma avere un impatto positivo sulla comunità e sui territori in cui operiamo. Quanto al trattenere i talenti, cerchiamo di farlo costruendo per ognuno un percorso di crescita che sia adeguato alle competenze e alle aspettative, grazie al dialogo e all’ascolto. I risultati sono buoni, dal momento che abbiamo un tasso di turnover che si attesta al di sotto del 6% su una popolazione aziendale la cui età media è di 39 anni.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Antonello Salerno
Antonello Salerno

Professionista dal 2000, dopo la laurea in Filologia italiana e il biennio 1998-2000 all'Ifg di Urbino. Ho iniziato a Italia Radio (gruppo Espresso-La Repubblica). Poi a ilNuovo.it, tra i primi quotidiani online nati in Italia, e a seguire da caposervizio in un'agenzia di stampa romana. Dopo 10 anni da ufficio stampa istituzionale sono tornato a scrivere, su CorCom, nel 2013. Mi muovo su tutti i campi dell'economia digitale, con un occhio di riguardo per cybersecurity, copyright-pirateria online e industria 4.0.

Articoli correlati

Articolo 1 di 5