STRATEGIE

Toshiba scorpora le memorie flash: quota in vendita contro il flop nucleare

La compagnia nipponica prepara lo spin-off di uno dei segmenti di business più redditizi. Sul mercato una fetta massima del 20% della nuova società. Così i vertici sperano di compensare le svalutazioni nel comparto energy

Pubblicato il 27 Gen 2017

Andrea Frollà

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Toshiba molla una quota della divisione memorie flash per contrastare il flop sul nucleare. È la mossa decisa dal management della società nipponica, alle prese con il periodo più complicato dall’ormai lontano 1875 quando fu fondata.

La compagnia scorporerà il segmento di business, mettendo sul mercato una quota della nuova società che non dovrebbe superare il 20%, per tentare di compensare le perdite derivanti dalle impreviste svalutazioni di CB&I e Stone&Webster, società della divisione Toshiba Westinghouse attive nella costruzione di impianti nucleari. Un conto che secondo le prime stime toccherà i 500 miliardi di yen, l’equivalente di 4 miliardi di euro e cioè una cifra in grado di azzerare l’utile per l’anno fiscale al marzo 2017. Una grana che ha provocato un tracollo in Borsa del 40% nella settimana immediatamente successiva alla diffusione delle stime negative.

Oltre alla costruzione di centrali nucleari, Toshiba è una della maggiori società dell’elettronica giapponese ed è proprio con questo comparto che i vertici del colosso nipponico sperano di contenere le perdite. La divisione informatica, attiva nella produzione dei dispositivi di memoria di massa, è una delle più redditizie per l’azienda giapponese, a differenza del comparto nucleare che non produce attivi dal 2013.

La crisi di Toshiba è iniziata con lo scandalo contabile del 2015, che ha provocato l’azzeramento dei vertici manageriali e un piano di ristrutturazione lacrime e sangue (14mila esuberi e cessione di divisioni non strategiche). Un terremoto che ha minato la fiducia degli investitori, che ora Toshiba punta a riconquistare portando qualche soldo in cassa.

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